Un pacchetto di misure per combattere il terrorismo in tutte le sue forme, comprese quelle che si annidano sul web: è quanto promette entro l’autunno Franco Frattini , commissario europeo con delega per la Giustizia. Al centro del provvedimento ci saranno i siti che contengono materiale pericoloso, ma anche il ruolo che dovranno ricoprire i provider , la creazione di un database sui viaggi aerei nella UE e i finanziamenti delle scuole religiose.
“Semplicemente non dovrebbe essere possibile permettere alle persone di insegnare in rete come costruire una bomba ” ha detto il commissario, parlando del provvedimento: “Tutto questo non ha niente a che vedere con la libertà di espressione “. Per questo, a suo dire, è necessario definire reato penale la creazione di risorse internet contenenti informazioni potenzialmente utilizzabili dai terroristi, poiché “troppo spesso scopriamo siti che contengono tutte le istruzioni per la creazione di una bomba”.
In effetti basta poco per scovare in un motore di ricerca decine di siti che illustrino nei dettagli i componenti e le tecniche di realizzazione di ordigni casalinghi. Ma se per oscurare le pagine ospitate su server europei possono bastare le leggi degli stati membri, il problema rimarrebbe per tutte le risorse che risiedono altrove.
La UE tuttavia nega che sarebbe impossibile impedire a queste ultime di proliferare e creare problemi: basterebbe coinvolgere i provider nella faccenda, perché “serve sempre un provider locale per avere accesso ad internet”. Gli ISP come spiega un portavoce dovrebbero quindi collaborare all’oscuramento dei siti, proprio come accade in altri paesi che scelgono di “censurare” le risorse dei navigatori. “Altrimenti come farebbero in Cina a bloccare i siti internet? Non ci sono ostacoli tecnologici , solo legali”.
Idea che non è piaciuta a ISPA , l’associazione dei provider britannici, che si è già detta pronta ad opporsi a qualsiasi tentativo di rendere responsabili gli ISP del contenuto criminale disponibile in rete. Secondo un portavoce dell’organizzazione, i provider “non sono editori, non hanno alcun controllo sul materiale posto sui loro server da terzi”.
Ma i provvedimenti in cantiere non si limiteranno a tentare di porre un freno alle attività dei terroristi in rete: anche i viaggi aerei saranno monitorati con maggiore attenzione. Con la creazione di un database dei passeggeri, sulla scia di quello creato negli USA dopo l’11 settembre e di recente esteso anche ai voli verso gli Stati Uniti provenienti dal Vecchio Continente.
Nome e cognome di tutti coloro che voleranno nella UE, assieme ad altri dettagli come il numero di carta di credito , saranno messi a disposizione delle forze dell’ordine in tutta Europa per almeno 15 anni . Una idea che non convince proprio tutti , senza contare i dubbi che molti sollevano sul fronte della privacy .
Infine, Frattini ha confermato che la commissione avrebbe inviato agli stati membri un questionario, per chiedere “come lavorano sull’ educazione religiosa “. Lo stesso commissario la definisce una questione “delicata”, ma fondamentale per “prevenire il radicalismo” e agevolare semmai un “Islam Europeo”.
Luca Annunziata