A maggioranza la Commissione Finanza della Camera ha approvato un emendamento del Governo al decreto legge sulla delega fiscale che di fatto cancella il beauty contest: il dividendo digitale che proviene dal passaggio al digitale terrestre e alla liberazione di una serie di altre frequenze dovrà essere assegnato attraverso altre forme di competizione, probabilmente un’asta a pagamento analoga a quelle tenute per le reti cellulari.
Ma se dall’Europa arriva l’apprezzamento del vicepresidente della Commisione, Joaquin Almunia, in Italia è polemica. L’ex-ministro Romani (PdL) tuona : “un fatto grave” definisce l’approvazione dell’emendamento, che stando a quanto da lui dichiarato dovrà essere discusso al vertice in programma già questa sera tra i leader della maggioranza (Alfano, Bersani e Casini, l’ABC) e il premier Monti (vertice a cui parteciperanno anche i ministri Passera e Fornero, e che in teoria dovrebbe incentrarsi su altre questioni come la riforma del mercato del lavoro). Secondo Romani, l’emendamento sarebbe inefficace e inopportuno poiché “così com’è congegnato non consentirà a Rai e Mediaset di partecipare alla gara”.
Di parere opposto il PD. Bersani parla di testo concordato (tesi diametralmente differente a quella del PdL) e invita il Governo ad andare avanti. Dello stesso avviso pure Paolo Gentiloni: “Per noi il testo depositato è positivo e non modificabile”. Evidente dunque la distanza delle posizioni, problema a cui si dovrà dare presto una soluzione: l’emendamento impegna il Governo a indire l’asta entro 120 giorni, dunque occorrerà trovare rapidamente un compromesso tra le parti. ( L.A. )