Prende avvio oggi la consultazione pubblica, che durerà 30 giorni, sulla delibera dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) sulle procedure di assegnazione delle frequenze liberate dal digitale terrestre e da mettere a disposizione per servizio wireless di banda larga.
Il testo è disponibile sul sito dell’Autorità. Oltre a mettere all’asta le frequenze comprese tra 800, 1800, 2000 e 2600 Mhz, detta le linee guida per il refarming della banda a 1800 Mhz, oggi usata per il GSM e da indirizzare ora a LTE e Wimax, e per prorogare le licenze esistenti a 900 e 2100 Mhz. Gli intervalli su 1800 e 2600 Mhz sono quelli che il Ministero della difesa sembrerebbe aver promesso di liberare.
L’asta multifrequenza, spiega Agcom, pone inoltre le condizioni per l’ingresso di eventuali nuovi attori nel mercato mobile: propone di introdurre a carico degli aggiudicatari un insieme di obblighi di copertura, differenziati per le bande, che vanno dagli obblighi di copertura del divario digitale imposti agli aggiudicatari delle bande più pregiate a 800 MHz, a quelli più orientati alle coperture cittadine per gli aggiudicatari delle altre bande. Per i vincitori della gara è anche previsto l’obbligo di avvio del servizio commerciale entro tempi prefissati, e il mantenimento di una offerta commerciale che segua i principi di net neutrality con benefici per l’utenza.
Il ritardo finora accumulato
Intanto la commissione Trasporti e Lavori pubblici del Senato ha deciso oggi di avviare un’indagine conoscitiva sulle problematiche dello sviluppo della banda larga. Ad annunciarlo è il senatore Luigi Grillo, presidente della commissione: “Per quanto riguarda il settore della banda larga – ha detto – l’Italia sconta un ritardo notevole, che la pone al quarantesimo posto tra i paesi al mondo per investimenti nel settore”.
L’indagine si svilupperà con una serie di audizioni con gli operatori del settore e avrà come obiettivo quello di “individuare gli ostacoli che si frappongono allo sviluppo della banda larga e determinare quelle politiche che ne possano segnare il rilancio”.
Best practice italiane
Nella rete di connessione italiana ci sono comunque situazioni considerate meritevoli di attenzione all’estero: è il caso dell’intesa firmata a febbraio tra Telecom e la Provincia autonoma di Trento che è stata portata (dai suoi promotori , in verità) come esempio al Parlamento europeo nella conferenza Internet for all: delivering broadband to the EU regions
in quanto best practice di collaborazione pubblico-privato al fine di estendere la penetrazione della banda larga.
Claudio Tamburrino