Roma – Chi vuole le frequenze di IPSE, il quinto operatore mobile italiano che non ha mai visto la luce? Dopo l’annuncio estivo dell’interesse da parte di tutti gli operatori, e le smentite ufficiali (di Vodafone , che un mese fa ha precisato che non è mai esistita una trattativa per l’acquisizione della società, ma solo contatti informali per alcune verifiche di ordine legale), sembra che ora un accordo sia all’orizzonte: Vodafone, TIM e Wind avrebbero raggiunto un’intesa per rilevare le frequenze UMTS (il vero “patrimonio” su cui tutti, comprensibilmente, hanno riposto un certo interesse)
L’annuncio è stato dato dal ministro delle Comunicazioni Mario Landolfi, che avrà il compito di verificare l’intesa tra le parti e che, in caso contrario, potrebbe decidere il ritiro della licenza a IPSE.
“Gli operatori – ha spiegato il ministro – hanno raggiunto un accordo di cornice, che non rappresenta ancora un contratto firmato e impegnativo, sul quale hanno chiesto un nostro parere. Nostra intenzione è quella di coinvolgere anche Agcom e Antitrust , in modo da prevenire eventuali obiezioni”. Il ministro ha dunque sottolineato che non è vero che in un anno la pratica non abbia fatto passi avanti: “E’ stato intrapreso – ha spiegato – un percorso che ha smosso la situazione (…) Non vogliamo sorprese, considerando l’entità e la proporzione dei soggetti in campo”.
Una volta espressi i pareri delle due Authority, quindi, si avrà il via libera per la sottoscrizione del contratto tra le tre compagnie e IPSE. Da quel momento, i tre operatori avranno la possibilità di ampliare il proprio raggio d’azione, avvalendosi del non trascurabile vantaggio di ottenere gli sgravi fiscali previsti dalla situazione economica e finanziaria di IPSE, i cui bilanci avevano evidenziato perdite di un certo rilievo.
Dario Bonacina