Free Software Foundation è intervenuta con un comunicato sulla denuncia di violazione di proprietà intellettuale intentata da Oracle contro Gooogle, e che riguarda nella sostanza la gestione della piattaforma Java recentemente passata nel suo portafoglio grazie all’acquisto di Sun.
L’offensiva Oracle, secondo FSF, rischia di compromettere quanto di buono è stato costruito finora per la diffusione di Java : il messaggio che manda agli sviluppatori parla di volontà di intervenire sugli utilizzi che se ne fa, e di controllo diretto della piattaforma, insomma, di libertà limitate che potrebbero spingerli verso altri linguaggi.
D’altronde però, anche Google avrebbe le sue colpe (che non giustificano però in alcun modo il comportamento di Oracle): solo dopo la denuncia ha indossato l’armatura da scintillante protettore dell’Open Source , mentre “per tutelare lo sviluppo del software proprietario su Android in prima istanza ha preferito una propria implementazione Java basata su licenza Apache invece che sfruttare, per esempio, IcedTea , coperta da GPL e basata sul codice originale di Sun”.
In ogni caso, pur non potendo intervenire direttamente, FSF non si limiterà a queste considerazioni di merito: ha invitato gli utenti a chiedere (rispettosamente) al CEO Larry Ellison di cambiare idea e ha aperto la caccia ad eventuale antecedenze che possano compromettere la validità dei brevetti rivendicati da Oracle . La wiki che ospita questa controffensiva , tuttavia, non sembra secondo alcuni osservatori offrire per il momento motivazioni concrete di opposizione.
Nel frattempo, peraltro, Oracle ha lasciato cadere un’altra controversia legale : quella che aveva ereditato da Sun Microsystems e che la vedeva contrapposta all’azienda di storage NetApp , per brevetti relativi al sistema di fylesystem ZFS.
La denuncia a Google , il caso che la vede sotto inchiesta con l’ accusa di frode nei confronti del governo degli Stati Uniti e le recenti complicazioni nell’assunzione dell’ex-CEO di HP Mark Hurd, potrebbero aver convinto Ellison a non sovraccaricare il suo ufficio legale.
Storia chiuso, tra l’altro, in idillio: il CEO di NetApp nel dichiarare la propria soddisfazione per la positiva conclusione ha detto che Oracle e la sua azienda sono in piena sintonia, per cui non si esclude una futura collaborazione fra le due.
Dell’abbandono delle accuse incrociate di violazione di proprietà intellettuale relativa al sistema di archiviazioni potranno giovare tutte quelle aziende che utilizzano ZFS (come Coraid e Nexenta) e che adesso potranno farlo senza più il rischio di diventare vittime collaterali della guerra brevettuale. Così come gli sviluppatori Java salterebbero di gioia se il caso Oracle-Google fosse ritirato.
Claudio Tamburrino