La Federal Trade Commission (FTC) statunitense protegge il passato remoto del giornalismo: questa l’ opinione di Jeff Jarvis, giornalista, blogger, docente. I suoi sono toni accesi, a far luce su un documento recentemente pubblicato online dalla commissione a stelle e strisce.
Quasi 50 pagine , con le quali non si intende stabilire delle conclusioni finali o esprimere delle raccomandazioni di regolamentazione. FTC vuole aprire al libero dibattito, in vista di possibili policy a supporto di una nuova idea di giornalismo negli Stati Uniti, di una maniera plausibile di reinventare un mestiere e allo stesso tempo un’industria .
Una rinascita che passerebbe tuttavia per luoghi già ampiamente battuti, almeno secondo le idee di Jarvis. “FTC descrive il giornalismo come ciò che viene fatto dai giornali – ha spiegato il professore di giornalismo statunitense – e in pratica si allinea nella protezione di una vecchia struttura di potere all’interno dei media. Se avesse voluto davvero reinventare il giornalismo, FTC avrebbe dovuto schierarsi dalla parte di chi oggi lo vuole distruggere”.
Parole non prive di una certa ironia, dal momento che questi nemici del giornalismo – così inteso come modello di business vecchio stile – sarebbero motori di ricerca, blog e grandi aggregatori di news , da tempo additati dai grandi tycoon in stile Rupert Murdoch che non hanno lesinato complimenti assortiti come vampiri della notizia e ladroni dei contenuti .
Nel suo articolo , Jarvis ha notato come lo stesso documento di FTC abbia menzionato la parola blog una sola volta in 35 pagine, così come una qualsivoglia espressione legata ad un’idea di investimento nelle nuove tecnologie in ambito giornalistico. Anzi, FTC avrebbe definito parassiti i search engine e i news aggregator , ipotizzando nuove misure di rinforzo alla proprietà intellettuale invocata dai signori dei contenuti.
E proprio a favore di questi signori dei contenuti si sarebbe schierato il documento di FTC, almeno secondo la visione di Jarvis. Che ha poi sottolineato come la commissione a stelle e strisce abbia dimenticato il perno su cui ruoterebbe l’intero mestiere del giornalismo: l’informazione verso i cittadini . Alimentata ora da tool potenzialmente aperti e democratici come quelli online.
Come ad esempio i social media, divenuti piattaforma amica ( per alcuni fin troppo ) dei giornalisti. Tanto che un’agenzia di stampa del calibro di Associated Press ha recentemente pubblicato uno stylebook con più di quaranta nuovi termini aggiornati, tra cui quello di website , non più separato da uno spazio.
“Internet sta creando un livello di competizione nel campo delle news che non si era mai visto dal 1950 e quindi dall’avvento della televisione – ha continuato Jarvis – ma FTC si concentra esclusivamente sui quotidiani, scusandosi di aver ignorato i broadcaster. E dove sono scuse per aver completamente ignorato ciò che attualmente rappresentano i blog e la tecnologia?”.
Mauro Vecchio