Un corposo documento rilasciato dalla statunitense Federal Trade Commission (FTC), per bacchettare sviluppatori e distributori digitali sulla proliferazione incontrollata di applicazioni destinate ai più piccoli. Analizzate oltre 400 app sui principali store del mercato mobile , a partire da quelli gestiti dai giganti Apple e Google.
Prima del download, solo il 16 per cento delle applicazioni analizzate nel report di FTC offre ai genitori statunitensi un pacchetto di policy sulla raccolta e conseguente trattamento dei dati personali. Nel 20 per cento dei casi, le informazioni a disposizione del parental control vengono rilasciate dopo lo scaricamento dell’applicazione destinata ai minori .
Nel parere della Commission , le policy in materia di privacy restano avvolte in un linguaggio eccessivamente tecnico, difficile da comprendere per l’utente medio . In molti casi, FTC ha riscontrato un pericoloso vuoto nelle sezioni dedicate alle attività di trattamento delle informazioni personali, in particolare sui soggetti con cui vengono condivise.
E infatti, quasi il 60 per cento delle applicazioni studiate da FTC procede con l’invio automatico di dati – generalmente, gli ID unici dei vari dispositivi – verso società specializzate in marketing o sui server degli stessi sviluppatori dell’applicazione. Un fenomeno che riguarderebbe anche quelle app che negano espressamente tali operazioni.
“Siamo convinti che molte aziende hanno le migliori intenzioni nella tutela della privacy dei minori – ha spiegato il chairman di FTC Jon Leibowitz – Ma non abbiamo registrato alcun progresso nell’adozione di policy che offrano ai genitori delle scelte informate per le applicazioni da scaricare”.
Al documento farà così seguito una vera e propria inchiesta da parte della Commission statunitense, che potrebbe portare a multe salatissime per violazione del testo di legge noto come Children’s Online Privacy Protection Act (COPPA) . In California, la compagnia aerea Delta rischia fino a 2.500 dollari per ciascun download senza adeguate privacy policy .
Mauro Vecchio