La Federal Trade Commission (FTC) ha sanzionato l’azienda del Tennessee Legacy Learning Systems con una multa da 250mila dollari.
L’azienda, secondo FTC, è colpevole di aver unto le ruote di commentatori per fargli cantare le lodi online di alcuni suoi prodotti DVD senza che ciò fosse etichettato come pubblicità.
Questa multa, accompagnata da una serie di sanzioni accessorie, dimostra la serietà con cui FTC considera le violazione delle sue linee guida in materia di sponsorizzazione e trasparenza online pubblicate nel 2009.
Le disposizioni affrontano con particolare attenzione la situazione dei blogger influenti che commentano su determinati prodotti e che, distanziandosi da un prodotto editoriale riconosciuto come tale, poteva sfuggire alle maglie della normativa in materia di pubblicità indiretta. Che vigila anche sulle recensioni prezzolate in cui l’autore non rivela di avere “eventuali connessioni materiali con il venditore del prodotto o del servizio”.
Il legame tra Legacy Learning e i siti che si sperticavano in lodi dei suoi prodotti, poi, sarebbe ancora più stretto rispetto a un semplice pagamento in cambio di un trattamento di favore: i commentatori non erano altro che rivenditori che ottenevano una percentuale sulla vendita di ogni serie di DVD “Imparare e padroneggiare la chitarra”. E che mancavano di rendere chiaramente noto tale legame, facendosi anzi spesso passare per commentatori super partes.
Un giro d’affari, secondo FTC, da 5 milioni di dollari.
Al confronto, la multa elargita sembrerebbe irrilevante, ma appare sufficiente per segnare l’impegno di FTC su questo fronte, su cui peraltro finora si era limitata ad indagini e accordi extragiudiziali che non avevano portato a sanzioni.
Per una pubblicità volontaria passata per non intenzionale e per questo sanzionata, una pubblicità involontaria viene intenzionalmente bloccata : una cliente della libreria Barnes&Noble stava facendo acquisti di cui voleva rendere partecipi i suoi contatti Twitter, quando un commesso le ha intimato di non scattare fotografie degli scaffali.
Non si tratta in questo caso delle linee guida sulla pubblicità ingannevole di FTC ad essere chiamate in causa, ma una forma di copyright apparentemente controproducente: il commesso ha riferito che i libri erano coperti da copyright e che era la politica aziendale a proibire anche di scattare una foto degli scaffali. La politica è stata confermata da Barnes&Noble ma blocca, di fatto, il passaparola sui suoi volumi o sulle sue librerie per una presunta necessità di tutela del diritto d’autore. Facendo torto al principio del fair use e al buon senso, e trasformando un potenziale ed autentico consiglio per gli acquisti in una controproducente questione di immagine.
Claudio Tamburrino