A due anni circa di distanza dall’inizio della causa legale che vede contrapposte la FTC statunitense e Qualcomm, il giudice distrettuale Lucy H. Koh si è pronunciata oggi a favore dell’agenzia USA. Il documento da 233 pagine messo agli atti attribuisce al gruppo di San Diego comportamenti anticoncorrenziali e la violazione del Federal Trade Commission Act.
FTC-Qualcomm, la decisione del giudice
La diatriba è legata ad alcune delle tecnologie sviluppate dalla società, ritenute oggigiorno essenziali per il corretto funzionamento di apparecchiature come i modem integrati negli smartphone e necessari per l’accesso ai servizi di connettività. Secondo il giudice, l’azienda californiana avrebbe applicato tariffe troppo elevate per la concessione delle licenze, calcolandole sulla base del prezzo finale pagato dagli utenti in fase di acquisto dei dispositivi e non sul costo delle singole componenti integrate.
Il dito è inoltre puntato nei confronti dei termini contrattuali imposti agli OEM per la fornitura dei chip: tra questi figurano aziende come LG, Sony, Samsung, Huawei, Motorola, Lenovo, BlackBerry, Curitel, BenQ, Apple, VIVO, Wistron, Pegatron, ZTE, Nokia e altre più piccole realtà cinesi.
Immediata la replica di Qualcomm, che giunge sotto forma di un breve comunicato firmato da Don Rosenberg (Executive Vice President e General Counsel), di cui riportiamo di seguito un estratto in forma tradotta.
Siamo fortemente in disaccordo con la sentenza del giudice, la sua interpretazione dei fatti e la sua applicazione della legge.
Il gruppo (che di recente ha fatto pace con Apple per la fornitura dei chip) ha inoltre reso nota l’intenzione di chiedere immediatamente una sospensione del giudizio da parte del tribunale distrettuale e la volontà di effettuare un ricorso accelerato presso la Corte d’Appello degli Stati Uniti del Nono Circuito.
La decisione impone a Qualcomm di modificare alcuni aspetti del proprio modello di business, partendo col rinegoziare i termini di licenza applicati ai suoi clienti e non vincolando la fornitura delle componenti hardware all’ottenimento delle già citate licenze. Prevede inoltre l’obbligo di renderle disponibili con modalità FRAND (Fair, Reasonable, and Non-Discriminatory). Il giudice ha poi messo nero su bianco il divieto di sottoscrivere contratti di esclusiva per l’approvvigionamento dei modem così come di interferire nella comunicazione tra i clienti e le agenzie federali. L’azienda dovrà infine fornire per un periodo di sette anni prove sufficienti a dimostrare di aver agito in conformità a quanto stabilito.