Tokyo (Giappone) – Oltre un anno fa il gigante giapponese NTT DoCoMo , uno dei più grandi operatori di telefonia mobile, affermò che uno dei più grandi ostacoli alla diffusione di massa dei telefoni cellulari 3G era rappresentato dalla scarsa autonomia delle batterie. Già in quella circostanza la società indicò come soluzione le fuel cell, batterie a combustibile in grado di promettere autonomie e costi di ricarica decisamente interessanti.
Oggi DoCoMo è fra i primi colossi del settore ad aver svelato un prototipo di fuel cell a metanolo per i telefoni cellulari 3G. Sviluppato in collaborazione con Fujitsu , il prototipo è in grado di garantire due ore continuate d’utilizzo: i progettisti giapponesi prevedono che, al momento del loro ingresso sul mercato, queste fuel cell forniranno un’autonomia almeno quattro volte superiore a quella che caratterizza le batterie ricaricabili agli ioni di litio.
La fuel cell utilizzata nel prototipo utilizza una cartuccia da 10 centilitri contenente una soluzione composta, per il 30%, da metanolo. La batteria è in grado di fornire 700 mA a 5,4 volt.
DoCoMo conta di ultimare lo sviluppo delle sue mini fuel cell per il marzo del 2006. In questo arco di tempo i ricercatori giapponesi dovranno risolvere quello che ad oggi rappresenta ancora il più grande ostacolo all’uso delle celle a metanolo nei piccoli dispositivi: il peso. L’attuale prototipo pesa infatti, da solo, quasi quanto due tipici telefoni cellulari: 190 grammi.
DoCoMo, che è stato fra i primi giganti della telefonia al mondo a lanciare servizi mobili basati su tecnologie 2,5G e 3G, spera che l’adozione delle fuel cell possa spingere la vendita di cellulari di ultima generazione, in genere dotati di ampi schermi a colori e di funzioni evolute per la navigazione sul Web e la riproduzione di contenuti audio/video.
Fra i colossi che stanno lavorando alla miniaturizzazione delle fuel cell vi sono anche Motorola, Toshiba e NEC.