Proprio nelle ore in cui Apple annuncia il passaggio dall’hardware di Intel a processori basati su ARM per i computer della linea Mac, l’architettura della holding britannica riceve un altro importante riconoscimento: è quello che giunge dall’estremo oriente dove il supercomputer Fugaku si piazza in cima alla classifica dei calcolatori più potenti al mondo.
Il supercomputer Fugaku del R-CCS
In dotazione al RIKEN Center for Computational Science giapponese, è dotato di un cuore pulsante basato sul system-on-a-chip A64FX da 48 core prodotto da Fujitsu. Un elaboratore estremamente complesso con 158.976 chip organizzati in modo da lavorare insieme e sprigionare 415,5 petaFLOP raggiungendo quando necessario picchi da 1 exaFLOP. Superato di gran lunga il Summit dell’Oak Ridge National Lab (Tennessee) fermo a 148,8 petaFLOP.
La realizzazione ha richiesto un investimento economico quantificato in oltre un miliardo di dollari e circa sei anni di progettazione. Non è presente alcuna GPU. Fugaku è già operativo, gestendo algoritmi di intelligenza artificiale anche per la ricerca legata a COVID-19, obiettivo che negli ultimi mesi ha visto impiegati diversi cervelloni in tutto il mondo, anche attraverso un approccio condiviso.
Il primato potrebbe però a sua volta essere infranto in un futuro non troppo lontano: Cray Computing e AMD sono già al lavoro per mettere a punto una macchina da 1,5 exaFLOP da destinare al Department of Energy del già citato Oak Ridge National Lab. La stessa realtà ha già ufficializzato anche una partnership con Intel per un sistema simile commissionato dall’Argonne National Laboratory (Illinois). Entrambi faranno il loro esordio entro il prossimo anno.