Il Regno Unito si giustifica, le autorità dell’ Her Majesty’s Revenue and Customs ( HMRC ), con un report indipendente, hanno offerto una spiegazione alla perdita dei dati relativi a 25 milioni di cittadini.
Nella relazione si ripercorrono le tracce dei dischi che contenevano record su oltre 7 milioni di famiglie e si getta luce sulle circostanze dello smarrimento, avvenuto nei meandri del sistema postale interno all’ufficio delle imposte del Regno Unito.
“La perdita dei dati si poteva evitare – si spiega nel documento – e il fatto che si sia potuta verificare evidenzia delle serie lacune istituzionali in seno a HMRC”. Si punta il dito contro la scarsa attenzione dedicata a proteggere le informazioni e contro la intricata e inutile complessità delle procedure organizzative e di comunicazione messe in campo dall’amministrazione di HMRC.
Accanto alle critiche scagliate contro i tentativi delle autorità di mitigare quanto emerso dalla relazione, c’è chi accoglie con favore i moniti che l’autore del report rivolge alle istituzioni del Regno Unito. “Si raccomanda a HMRC di conservare il minimo dei dati indispensabili per operare le proprie funzioni” sottolinea e approva Open Rights Group. Monta però la sfiducia nei confronti di uno stato che, nonostante snoccioli buoni propositi e strategie hacker per tutelare i dati dei cittadini, tende a tracciare con sempre maggiore invadenza la vita dei cittadini: “Sfortunatamente – osserva l’organizzazione – finché nel governo non si placherà la smania per i database sconfinati e centralizzati, la riduzione al minimo dei dati non sarà che un sogno lontano”. ( G.B. )