Fuori da Facebook i nomi strani

Fuori da Facebook i nomi strani

Questa l'accusa di alcuni utenti che si vedono cancellare l'account dal sito
Questa l'accusa di alcuni utenti che si vedono cancellare l'account dal sito

La presenza su Facebook diventa per molti utenti Internet via via più importante perché su quella piattaforma si ritrovano sempre di più amici e conoscenti, eppure alcuni di loro un account su Facebook proprio non possono aprirlo o, se lo aprono, rischiano in qualsiasi momento il ban .

La denuncia arriva da una utente australiana, Elmo Keep, che si è vista mettere al bando per violazione delle regole di servizio, scoprendo poi che aveva violato quelle relative al nome. In altre parole il “sistemone Facebook” non crede che Elmo Keep si chiami veramente così.

Approfondire la cosa significa scoprire che per il social network più gettonato del momento sono molti i nomi “strani” che non possono essere considerati reali, sebbene lo siano. E così vengono messi facilmente al bando parlamentari come Steve Webb o autori come Hiroko Yoda.

Per Facebook è sempre più importante che gli iscritti siano riconoscibili, ne va dei meccanismi sociali che lo hanno reso uno dei servizi più usati in rete: per riattivare il suo account dopo lunghe email con i bot automatici di Facebook, Keep ha dovuto inviare copia della propria patente e del proprio passaporto. Regole dure, dice qualcuno , che segnano però la transizione dall’era dei nick all’era dei nomi. Sempre che gli utenti siano disponibili a consegnare tutto di sé – anche i documenti – ad una piattaforma che, per policy, possiede tutto quello che viene pubblicato sulle proprie pagine e gestisce la propria pubblicità grazie ad una pesante profilazione degli iscritti, dei loro gusti, dei loro interessi e della loro rete di relazioni.

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Pubblicato il
25 set 2008
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