Sarebbe più che raddoppiato il numero di carte di credito coinvolte nello scandalo dei dati rubati ai clienti TJX, un grosso distributore e rivenditore con sede nel Massachusetts ma con filiali in tutti gli States e persino oltreoceano. Ora si parla di almeno 94 milioni di account compromessi , per un danno complessivo che potrebbe aggirarsi sui 60 milioni di euro solo per le carte VISA.
“Al contrario di quanto accaduto con gli hacker in passato, che accedevano ai dati senza intenzione di commettere reati, in questo caso non c’è dubbio che ci sia un alto rischio che le informazioni vengano utilizzate per scopi illegali”, si legge in un documento consegnato nei giorni scorsi da un consorzio di banche al tribunale di Boston.
Per le banche, le cifre fornite da TJX sottovalutavano il problema: il danno complessivo potrebbe aggirarsi sugli 85 milioni di euro, che l’azienda americana potrebbe essere costretta a rimborsare. Secondo quanto stabilito da una commissione governativa canadese, l’irruzione nei database di TJX sarebbe avvenuta attraverso un hotspot WiFi , il cui unico strumento di protezione era una chiave WEP ( Wired Equivalent Privacy ). ( L.A. )