Washington (USA) – Preannunciata da tempo, nell’aria da più di un anno, ha finalmente un nome e un cognome la grande alleanza dei big dell’informatica e dei servizi internet, studiata per combattere il furto di identità nell’era digitale.
La Coalition on Online Identity Theft potrà sfruttare le risorse e le intelligenze della ITAA , l’associazione delle major della tecnologia statunitensi, della quale è emanazione. Al suo interno, dunque, colossi del calibro di Amazon e Visa, impegnatissimi sul fronte dell’e-commerce, e giganti come Microsoft, che nei servizi web investono una parte sostanziale del proprio presente e molta parte del proprio futuro.
E proprio nelle ore in cui la Coalition veniva presentata ufficialmente al mondo, un altro grande del settore, Novell , ha descritto i risultati di un allarmante studio condotto dall’Università di Stanford insieme all’Università della Scienza e della Tecnologia di Hong Kong. Secondo lo studio, molte delle maggiori aziende americane sono soggette “a falle del sistema di sicurezza e a inefficienze operative a causa della mancanza di un sistema di gestione sicura delle identità”.
Problemi che vanno dal dimenticare per un certo tempo di cancellare i privilegi di accesso ai propri sistemi di ex dipendenti, al mancato investimento in apparati efficienti di sicurezza. Lo studio , di cui Novell è sponsor, si basa su un campione statistico di 200 delle maggiori imprese nordamericane, europee ed asiatiche.
Attenzione però, tutti sono d’accordo nel dire che solo una piccolissima percentuale di casi di furto di identità che abbiano ripercussioni sulle imprese arriva dalla rete, più spesso si tratta di casi che nascono all’interno delle grandi organizzazioni. E questo sebbene l’anno scorso, secondo cifre ufficiali del Governo americano, siano ben 162mila le denunce presentate da consumatori e privati per casi nei quali qualcuno si era appropriato dei dati altrui per usarli a piacimento.
L’idea della Coalition è quella di operare su due fronti. Da un lato una grande campagna di sensibilizzazione verso le imprese e i responsabili IT affinché affrontino il problema della protezione delle identità digitali, dall’altro la creazione di uno stretto rapporto di collaborazione con le autorità di sicurezza.
La questione è bollente. Secondo alcuni studi, come quelli condotti dal Gartner, almeno il 3,4 per cento dei consumatori americani ha almeno una volta subito negli ultimi dodici mesi un furto di identità , talvolta con conseguenze su conti bancari, carte di credito, acquisti via internet.
Difficile dire se la Coalition riuscirà a dare una spinta decisiva per risolvere il problema. Di certo, però, secondo i suoi promotori dare maggiori garanzie sull’identità nell’era digitale è essenziale per il decollo di servizi di ecommerce a tutto campo.