Il futuro dell'app IO tra patente digitale, tessera sanitaria e tessera elettorale

Il futuro dell'app IO tra patente digitale, tessera sanitaria e tessera elettorale

L'app IO per la pubblica amministrazione in futuro potrebbe includere tutti i dati sulla nostra identità digitale: sarà davvero così?
Il futuro dell'app IO tra patente digitale, tessera sanitaria e tessera elettorale
L'app IO per la pubblica amministrazione in futuro potrebbe includere tutti i dati sulla nostra identità digitale: sarà davvero così?

L’app IO è un servizio ormai essenziale per interfacciarsi con la pubblica amministrazione nel modo più immediato e semplice possibile. Rilasciata nel 2020 e gestita oggi da PagoPA, questa applicazione per Android e iOS è stata scelta durante la pandemia di COVID-19 come servizio al quale collegare il Green Pass, il documento che certificava l’avvenuta vaccinazione o il ciclo di guarigione da un’infezione precedente da Coronavirus e che permetteva di entrare in ristoranti o altri locali pubblici.

L’utilizzo sempre più diffuso su tutta la penisola italiana ha portato anche all’aggiunta di ulteriori incentivi e vantaggi per tutti gli utenti, fino alla valutazione dell’introduzione della patente digitale, della tessera sanitaria e della tessera elettorale. Si parla quindi dell’identità digitale dei cittadini del Belpaese e dell’Unione Europea, tema al centro di un dibattito nazionale e internazionale che potrebbe mutare radicalmente il modo in cui veniamo riconosciuti nel nostro Paese e nel resto del mondo.

L’app IO che ruolo coprirà? Ora si basa sul Sistema Pubblico di Identità Digitale o SPID, ma in futuro potrebbe operare sulla centralità della Carta di Identità Elettronica o CIE. Cosa cambierà in futuro?

Per cosa è nata l’app IO?

Per cercare di inquadrare l’avvenire dell’applicazione in questione bisogna comprendere anche il suo obiettivo, ovvero la ragione per cui è nata. IO ha debuttato nel 2019, a un anno dalla nascita del gruppo di lavoro guidato dal commissario straordinario per l’attuazione dell’agenda digitale, Diego Piacentini, con l’obiettivo di integrare tutti i servizi pubblici all’interno di un’unica piattaforma, rendendo l’esperienza dei cittadini molto più semplice e veloce.

Come ben sappiamo, del resto, l’amministrazione pubblica in Italia sfrutta iter burocratici obsoleti e poco ottimizzati e sembra a dir poco antiquata rispetto a ciò che, ad esempio, si può vedere nei paesi nord-europei, dove oramai si può completare ogni procedura online con pochi click. L’app IO serve pertanto ad accedere a funzioni fondamentali della PA, dal pagamento di scadenze alla visualizzazione di avvisi, passando per il salvataggio delle ricevute in formato digitale e l’accesso a vantaggi inerenti a servizi nazionali o regionali. Per esempio, i cittadini di età non superiore ai 35 anni dal 1° marzo 2022 possono attivare gratuitamente la Carta Giovani Nazionale o CGN per agevolazioni e sconti per i servizi culturali, sportivi e per la persona, sia online che nei luoghi fisici.

IO, l’app dei servizi pubblici, è diventato nel corso degli ultimi tre anni un progetto molto utile, seppur imperfetto, che esprime una nuova visione dei servizi pubblici completamente centrata sui bisogni dell’utente.

L'applicazione IO e la personalizzazione delle notifiche

Il problema delle identità digitali

L’applicazione a oggi opera tramite SPID o CIE 3.0, due metodi di riconoscimento che sostituiscono i documenti cartacei e supportano gli standard internazionali di sicurezza, anticlonazione e anticontraffazione. Nel caso specifico italiano, tali due soluzioni risultano complementari alla Carta Nazionale dei Servizi o CNS, il cui obiettivo è quello di consentire la fruizione dei servizi previsti per la CIE agli utenti che non dispongono ancora del nuovo documento elettronico, integrando le funzioni della tessera sanitaria (TS) del servizio sanitario nazionale (SSN).

Il risultato è che a oggi in Italia ogni cittadino maggiorenne dispone di tre alternative, tutte da aggiornare periodicamente pagando una determinata somma di denaro e anche una certa quantità di tempo, facilmente risparmiabile se ci fosse un unico sistema di identità digitale. L’obiettivo del Governo è proprio questo: realizzare un sistema unico considerando la CIE come fulcro, dal quale ripartire per includere tutti i dati sensibili del cittadino affinché esso possa interfacciarsi comodamente con la pubblica amministrazione e viaggiare in sicurezza in altri Paesi europei.

L’app IO, in tale ottica, è già considerata da Alessio Butti (Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio per l’Innovazione) come la soluzione ideale, da ristrutturare lievemente in maniera tale che sia la CIE 3.0 la base su cui operare, al posto del SPID. Entro fine anno il servizio vedrà l’inserimento di tre documenti in formato digitale: patente, tessera sanitaria e tessera elettorale. In aggiunta, aumenteranno i servizi offerti da potenzialmente oltre 13.000 enti nazionali e locali, rendendo il progetto ancora più centrale nell’interazione dei cittadini con la Pubblica Amministrazione.

SPID, CIE

Il futuro dell’app IO

È notizia recente la trasformazione dell’app IO in un portafoglio digitale, un wallet che raccoglierà tutti i documenti usati dei cittadini per dialogare con la PA. Il Dipartimento per la Trasformazione Digitale dovrebbe trasformare il servizio nel corso della prima metà del 2024, introducendo anche altri documenti essenziali come gli attestati di studio e la Carta Europea della Disabilità, rispettando tutti gli standard di sicurezza europei e nazionali.

In altre parole, il governo italiano punta ad anticipare il percorso delineato dall’Unione europea con l’European Digital Identity Wallet, seguendo un modello che infine, nel 2026, dovrebbe portare all’identità digitale unica:

“Abbiamo messo insieme un percorso con i privati, perché senza privati che in questi anni hanno realizzato Spid, non saremmo andati da nessuna parte, non avremmo colto l’obiettivo che vogliamo cogliere entro il 2026 di arrivare all’identità digitale unica, rappresentata dalla carta d’identità.”

L’ambiziosa idea del governo Meloni spinge sulla digitalizzazione del cittadino, e i lavori sono già iniziati. Rimangono alcune incognite relative al rispetto dei tempi previsti e all’effettiva digitalizzazione della pubblica amministrazione, per non parlare della diffusione della banda larga e ultra larga, ovvero delle infrastrutture di rete migliori sul mercato al fine di consentire l’accesso a Internet ad alta velocità in tutta Italia. Tuttavia, il piano è chiaro, e sarà interessante seguire l’evoluzione della vicenda.

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Pubblicato il
30 mag 2023
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