Milano – Alcuni satelliti della costellazione Galileo, la risposta europea a GPS e GLONASS, soffrono di un problema all’orologio di bordo: lo ha annunciato la stessa Agenzia Spaziale Europea (ESA), confermando nove disservizi che per ora non hanno comunque ancora limitato le funzioni della rete satellitare . Come spesso accade in questo tipo di apparecchi, infatti, a bordo ci sono sistemi ridondanti proprio per ovviare a questo tipo di incidenti: ma ora occorre investigare sulle cause di quanto sta capitando, per comprendere come agire nel prossimo futuro.
I satelliti Galileo dispongono di due diversi orologi di bordo, entrambi doppi: uno è un classico orologio atomico a rubidio, una tecnologia consolidata, mentre l’altro è basato su un maser a idrogeno. Quest’ultimo è il vero asso nella manica della rete europea: la sua precisione dovrebbe essere superiore a quella degli altri sistemi , GPS in primis, garantendo una qualità della geolocalizzazione superiore.
Il meccanismo di geolocalizzazione via satellite è infatti basato sulla triangolazione, e la fornitura dell’ora esatta è una informazione fondamentale per completare il processo. Per questo ci sono due diversi sistemi con ridondanza a bordo dei satelliti Galileo: purtroppo l’orologio a maser di idrogeno, quello che dovrebbe fare la differenza rispetto alla concorrenza, è quello che ha subito il maggior numero di malfunzionamenti (sei casi su nove) e in un caso addirittura uno dei satelliti in orbita è rimasto con solo due sistemi attivi su quattro funzionanti.
ESA ha spiegato di stare investigando le possibili cause di questi malfunzionamenti. Informazioni sono state scambiate con l’agenzia spaziale indiana , che utilizza a bordo di alcuni suoi satelliti degli orologi simili, ma al momento non sono stati rilevati problemi su quei velivoli. Non è neppure chiaro, in questa fase , se si tratti nel caso di Galileo di un problema irrisolvibile o se invece sia possibile in qualche modo intervenire da terra per far ripartire gli orologi difettosi.
I problemi, grazie alla doppia ridondanza, non hanno per ora fermato alcuno dei 18 satelliti in orbita: ESA tuttavia sta valutando se sia opportuno lanciare i restanti 6, in programma nei prossimi mesi per completare la costellazione da 24 prevista entro il 2020, o se invece sospendere i lanci per venire prima a capo della questione . È possibile che si tratti di un problema di assemblaggio a terra, quindi risolvibile effettuando una revisione delle procedure di costruzione dei satelliti, ma mancando indicazioni specifiche su quale sia la natura del problema occorre procedere con ulteriori indagini.
Luca Annunziata