“Assistiamo ad una terza rivoluzione industriale, una grande sfida tutta europea dove si rafforza la nostra competitività”. Così aveva parlato il commissario europeo all’industria Antonio Tajani, intervenuto ad annunciare il lancio imminente dei primi due satelliti del sistema GPS Galileo .
Un’anomalia nel processo di rifornimento al vettore russo Soyuz ha però costretto l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) a ritardare il lancio di 24 ore, ora previsto per domani dalla base di Kourou, nella Guyana francese. Un portavoce della stessa ESA ha però paventato l’ipotesi di un ulteriore spostamento nella prima mattinata di venerdì.
“Autonomia, libertà e precisione. Sono i vantaggi che Galileo porterà all’Europa”, aveva continuato Tajani. Secondo il commissario, il sistema Galileo è destinato a rivoluzionare il mercato, creando “una alternativa credibile al GPS riducendo il margine di errore attuale dei navigatori satellitari da metri a centimetri”.
In attesa del lancio, le autorità europee dovranno investire altri 10 milioni di euro per mantenere in vita il progetto Galileo fino alla fine del decennio. Il sistema di posizionamento sarà infatti pienamente operativo entro l’anno 2020 . I due satelliti che partiranno da Kourou dovrebbero sistemarsi ad un’altitudine di circa 23mila chilometri sull’orbita terrestre.
E di alternative stanno parlando anche in Russia, con il governo pronto a spendere 11 miliardi di dollari per il suo nuovo sistema di navigazione GLONASS . Quest’ultimo avrà però bisogno di un numero maggiore di satelliti, con sette in partenza entro l’anno per l’orbita terrestre. Alla fine dello scorso anno, tre satelliti non erano riusciti a raggiungerla. In ogni caso il sistema ora dovrebbe essere operativo.
Mauro Vecchio