Il gioco d’azzardo online fa male, dicono le istituzioni statunitensi, ma quello promosso dagli operatori esteri fa ancora più male ai cittadini americani. I player commerciali che operano su scala internazionale non ci stanno: hanno esposto le proprie rimostranze all’Unione Europea, e l’Unione Europea ha messo in moto le indagini.
Il business del tavolo verde condotto attraverso Internet è severamente vietato dalle leggi degli Stati Uniti: sono proibite le transazioni finanziarie tra gli utenti e gli operatori del gambling, sono numerosi gli stati che premono per estirpare dalla rete il gioco d’azzardo, minacciando punizioni esemplari non solo per gli operatori del gambling ma anche per coloro che vi si intrattengono.
Per questo motivo i player internazionali, colpiti dai provvedimenti quanto i player statunitensi ma perfettamente autorizzati ad operare sui mercati esteri dai trattati WTO , avevano lamentato l’ostacolo opposto al proprio raggio operativo. Si era negoziato un accordo: gli operatori internazionali avrebbero cessato di fornire i propri servizi negli USA in cambio di risarcimenti . L’entità di questi rimborsi ancora non è chiara, né sembra che l’ Office of the US Trade Representative abbia intenzione di svelare i dettagli dell’accordo stipulato con i paesi che dovrebbero fruire delle misure di compensazione. Misure che si proietterebbero nel futuro, senza colmare i mancati guadagni fatti registrare dagli operatori quando le leggi internazionali consentivano loro di operare negli States ma le leggi locali ne ostacolavano le attività.
Sugli operatori europei starebbero appunto continuando a piovere accuse riguardo alle attività che conducevano oltreoceano, proprio nel periodo in cui accordi internazionali e leggi locali non erano ancora armonizzati . Accuse che peraltro sarebbero formalizzate in maniera selettiva: a sostenerlo, la Remote Gambling Association , un’organizzazione che raccoglie i principali operatori europei del gioco d’azzardo online. RGA lamentava che gli Stati Uniti avessero introdotto provvedimenti proibizionisti applicati ad hoc esclusivamente per tutelare il giro d’affari nazionale: “Il Dipartimento di Giustizia ha stabilito che tutte le forme di gambling online siano illegali ma continua ad applicare queste restrizioni solo nei confronti degli operatori non americani”.
Gli USA sembrerebbero quindi essersi rassegnati a tollerare la minacciosa avanzata del business del gambling digitale, un mercato in crescita che ora vale oltre dieci miliardi di euro . Si chiude un occhio per gli operatori locali, ai quali è permesso di ritagliarsi uno spazio per continuare a pascersi del redditizio business, ma si sbarra la strada ai player esteri che contano sulla possibilità di un’espansione globale favorita dalla natura della rete e garantita dal libero mercato.
Su queste pratiche discriminatorie si focalizzerà l’analisi dell’Unione Europea: “Gli Stati Uniti hanno il diritto di ostacolare il gambling online – ha spiegato il commissario UE Peter Mandelson – ma la discriminazione delle aziende europee di settore non può essere parte delle politiche statunitensi”.
Nei prossimi mesi la Commissione Europea si impegnerà nelle indagini e se necessario coinvolgerà la World Trade Organization. Analizzerà il comportamento delle istituzioni statunitensi, per verificare che le aziende che hanno base in paesi UE non siano state penalizzate rispetto agli operatori locali. Una penalizzazione illegittima, oltre che ingiusta, un danno e una beffa, spiegano dai vertici di RGA: i player europei del gambling online erano autorizzati ad agire sotto la tutela dei trattati internazionali.
Gaia Bottà