È uno studio decisamente curioso quello pubblicato di recente da un gruppo di ricerca britannico dell’ University of Essex . Che ha sottoposto una serie di accaniti gamer d’Albione a specifici test psico-fisiologici, alla ricerca della risposta più chiara ad un interrogativo: videogiocare può essere definito un’attività sportiva?
Di sicuro è un’attività redditizia, almeno per tutti i giocatori professionisti che riescono puntualmente a portare a casa premi e succulenti assegni. Ma il gruppo accademico è parso decisamente preoccupato , in particolare per il generale stato di salute a cui andrebbero incontro questi maratoneti del videoludico.
Mettendoli infatti a paragone con dei veri atleti, i ricercatori britannici sono riusciti a carpire alcuni dei tratti principali che contraddistinguerebbero tutti coloro che arrivino a passare fino a 10 ore tra schermo e joypad. Una vita forse troppo sedentaria, che potrebbe innanzitutto portarli ad avere capacità polmonari ed aerobiche simili a quelle di un accanito fumatore di circa sessant’anni .
Una minaccia però nascosta dietro un apparente stato medio di salute, a partire da una certa magrezza generale, per proseguire con un fisico superficialmente atletico e finire con una reazione agli stimoli più pronta dell’ordinario. Sempre secondo i ricercatori, infatti, un top gamer sarebbe dotato di una reazione cerebrale degna di un pilota di caccia .
Mauro Vecchio