Roma – Il regolamento che disciplina l’assegnazione delle licenze d’uso per la tecnologia WiMax è legittimo e corretto. Questa è la conclusione a cui è giunto il TAR del Lazio che ha respinto il ricorso inoltrato da MGM Productions Group, dando sostanzialmente il via libera alla gara varata dal bando del ministero delle comunicazioni.
L’azienda, già titolare di una licenza WiMax in Germania, aveva chiesto l’annullamento della delibera 209/07 con cui l’ Authority TLC ha fissato le procedure per l’assegnazione delle frequenze. Successivamente MGM si è mossa per impugnare anche il bando. Oggetto della contestazione, l’ammissione alla gara degli operatori di telefonia mobile che già dispongono di frequenze broad band wireless, ossia le telco che supportano la tecnologia UMTS, questione che ha sollevato numerose polemiche con risvolti sulla possibilità di utilizzare le frequenze in assegnazione anche per impieghi di WiMax mobile.
Al ricorso si è aggiunta Altroconsumo , evidenziando come nella delibera, a suo avviso , mancassero “misure, sostanziali e concrete, a favore della concorrenza e dell’apertura del mercato delle nuove tecnologie a soggetti alternativi ai soliti noti”, ossia Telecom Italia , Vodafone , Wind e TRE . Ma l’associazione evidenziava i limiti della nuova tecnologia (il provvedimento dell’Authority TLC non permette collegamenti tra antenne come ponti radio, né licenze libere open spectrum ) e prevedeva anche un concreto rischio che i costi elevati delle licenze determinassero alte tariffe per gli utenti, per il fatto che il meccanismo di assegnazione si basa su una semplice asta, dove vince chi offre di più, senza tenere in considerazione il tipo di progetto proposto dai partecipanti. E il 22 novembre, unendosi alle richieste di MGM e di Altroconsumo, anche l’associazione Anti Digital Divide rimarcava i punti critici che, nella delibera 209/07, minano i principi della concorrenzialità e gli elementi che poco servono alla riduzione del digital divide.
Argomentazioni che i giudici della Terza Sezione del TAR non hanno ritenuto sufficienti per una sospensiva, in quanto – si legge nell’ordinanza – “il regolamento riserva uno dei tre diritti d’uso agli operatori cosiddetti deboli”. La lamentela avanzata da MGM Productions Group “non ha i connotati dell’attualità, atteso che sia il regolamento impugnato con l’atto introduttivo del giudizio che il bando e il disciplinare impugnati nella via dei motivi aggiunti non le inibisce la partecipazione alla gara per l’assegnazione delle licenze WiMax”.
L’iter della gara può dunque proseguire, ma non tutto sembra perduto, almeno per quanto riguarda il futuro delle TLC in Italia con il WiMax secondo il commento dell’avvocato Guido Scorza, che nel suo blog spiega : “Il principio sulla base del quale la delibera AGCOM ed il bando del Ministero delle comunicazioni sono stati impugnati non è, infatti, costituito dalla mancata previsione in tali documenti di una misura asimetrica ma, piuttosto, dall’idoneità di tale misura a garantire adeguatamente la concorrenza sul mercato di riferimento ed un corretto utilizzo delle frequenze WiMax quale strumento di riduzione del drammatico fenomeno del digital divide che affligge, secondo i dati resi noti dallo stesso ministero – attraverso la sua controllata infratel – 4000 comuni italiani su 8100 e oltre 7 milioni di cittadini”.
“Né la società ricorrente né Altroconsumo – continua Scorza – hanno mai contestato la previsione nei documenti di gara di una misura asimmetrica, riconoscendone anzi espressamente la sussistenza. Il punto è che tale misura è insufficiente ed inadeguata e che se la gara dovesse svolgersi sulla base dei parametri oggi contenuti nel bando il risultato sarebbe, con ogni probabilità, quello di veder sfumare la possibilità che il WiMax aiuti a tirar fuori il Paese dalla posizione di fanalino di coda nell’Unione Europea quanto a diffusione della banda larga che, attualmente ricopre”.
Come a dire, dunque, che la decisione del TAR non chiude il confronto. Il problema rimane capire come una tecnologia potenzialmente rivoluzionaria come il WiMax finirà per trovare applicazione.
Dario Bonacina