Il Garante per la protezione dei dati personali ha presentato la relazione sulle attività svolte nel 2021. Il documento illustra gli interventi dell’autorità che hanno riguardato soprattutto la tutela dei diritti fondamentali delle persone nel mondo digitale. Sono stati adottati 448 provvedimenti e riscosse sanzioni per circa 13,5 milioni di euro. Il Garante ha inoltre partecipato a varie attività internazionali, fornendo anche il suo contributo all’elaborazione delle leggi sui mercati e servizi digitali.
Garante Privacy: attività nel 2021
Il Garante ha adottato 448 provvedimenti nel 2021 (+56% rispetto al 2020), 338 dei quali correttivi e sanzionatori. Ha inoltre fornito riscontro a 9.184 reclami riguardanti vari argomenti e settori, tra cui marketing, dati online delle pubbliche amministrazioni, sanità, sicurezza informatica, settore bancario e finanziario, lavoro. Sono state segnalate all’autorità giudiziaria 12 violazioni in materia di controllo a distanza dei lavoratori, accessi abusivi a sistemi informatici, trattamento illecito dei dati, falsità nelle dichiarazioni e inosservanza dei provvedimenti.
Tra gli interventi più importanti c’è l’imposizione a TikTok di misure per bloccare l’iscrizione degli utenti più giovani. Il Garante ha inflitto a Clearview AI una sanzione di 20 milioni di euro per aver raccolto le immagini degli utenti italiani. L’autorità ha fornito un aiuto per contrastare il fenomeno del revenge porn e per tutelare le vittime di cyberbullismo.
Il Garante ha inoltre evidenziato i rischi per la privacy dovuti all’uso degli assistenti digitali, degli occhiali smart di Facebook e dei droni. Altri interventi hanno riguardato Green Pass, app IO e SPID ai minori.
Nel 2021 sono stati notificati all’autorità 2.071 data breach (+50% rispetto al 2020) da parte di soggetti pubblici e privati, molti dei quali relativi alla diffusione di dati sanitari. Il Garante ha più volte invitato le amministrazioni pubbliche e le aziende ad investire in soluzioni di sicurezza che possono bloccare ogni tipo di minaccia, tra cui i ransomware, molto diffusi anche in Italia.