Cosa fare all’insorgere di eventuali sintomi compatibili con la Covid-19? Come muoversi e dove trovare le informazioni correlate? Un’app messa a punto dall’Associazione Covid Healer Onlus si propone di offrire suggerimenti correlati, ma l’azione del gruppo è stata portata all’attenzione del Garante per la Protezione dei Dati Personali.
C-Healer nel mirino del Garante Privacy
Il Garante Privacy ha annunciato l’intenzione di approfondire il problema, lasciando intendere come sulla tematica Covid l’attenzione vada mantenuta alta e la bontà delle azioni correlate vada verificata fino in fondo per evitare iniziative speculative. L’app in questione, infatti, tratta dati di “utenti pazienti” e di “professionisti sanitari”, tutta materia sulla quale l’Authority intende ora approfondire la disamina. L’applicazione sarebbe finalizzata alla gestione di una sorta di telemedicina per la cura a domicilio, portando al tempo stesso avanti chiare posizioni vicine al mondo no-vax.
Spiega il Garante:
L’Autorità ricorda che la normativa italiana ed europea prevede un divieto generale di trattare i dati di “categorie particolari di dati”, tra cui rientrano quelli sulla salute, ad eccezione di alcuni casi esplicitamente indicati – ad esempio per motivi di interesse pubblico o per finalità di medicina preventiva, diagnosi, assistenza o terapia sanitaria – e solo in seguito all’adozione di particolari garanzie. Per tale motivo, alla luce dei primi elementi raccolti sul caso specifico, il Garante ha deciso di verificare se sono state rispettate tutte prescrizioni e tutele previste per i trattamenti connessi all’utilizzo di app mediche.
Sebbene non siano indicati accuse o dubbi specifici, è chiaro come il Garante abbia ravvisato i termini per un approfondimento dedicato, facendo quindi trapelare un qualche dubbio (non meglio motivabile, al momento) rispetto all’attività posta in essere dalla Onlus. E continua:
Al fine di valutare la liceità dei trattamenti dei dati personali posti in essere tramite l’app, sarà approfondita la base giuridica di tale attività e le finalità perseguite dall’Associazione, il rispetto dei principi di base in materia di protezione dei dati personali.
Va necessariamente segnalata una questione che va oltre l’app in sé e legata all’attività del suo ideatore “per curare il covid gratuitamente e in tutt’Italia“, con posizioni no Green Pass esplicitamente rivelate attraverso il profilo Twitter:
E’ arrivata C-Healer , l’applicazione del Dott. Andrea Stramezzi per curare il covid gratuitamente e in tutt’Italia. Scaricatela subito. – No green pass https://t.co/NgyYQMH4e2
— Andrea M. G. G. Stramezzi (@AStramezzi) December 29, 2021
Dopo l’installazione, l’app chiede una serie di dati personali a cui si aggiunge (secondo quanto indicato nelle recensioni dell’app stessa) anche l’immagine fronte/retro della Carta d’Identità. La questione è in mano al Garante Privacy, dove il problema sarà anzitutto gestito in termini di garanzie per la privac. Della “Associazione Covid Healer Onlus”, invece, online non abbiamo trovato traccia se non nei termini di raccolta fondi tramite GoFundMe (6357 euro donati ad oggi da 208 persone) con il seguente appello:
L’Italia è stato il primo Paese occidentale raggiunto dal Covid-19, e il più martoriato. Ho iniziato subito ad andare a casa dei pazienti a visitarli e a curarli, come ogni Medico avrebbe dovuto fare. Guarivano! Anche gli anziani con molte patologie. Ho fatto anche tre mesi in Ospedale Covid. Tutti guariti. Il Covid si cura e, se lo si conosce, lo si guarisce, soprattutto se si interviene nei primi giorni; con farmaci noti e poco costosi. Ormai ne ho curati più di mille. Il problema, per un Paziente, è trovare subito un Medico che lo sappia curare. […] Per questi scopi ho ideato una App per smartphone, che risolve questi problemi. Voglio che sia semplice e gratuita. Per realizzarla, e in breve tempo, abbiamo bisogno di donazioni. Per ciò ho fondato una onlus, “Covid Healer”, per salvare decine di migliaia di vite in tutto il Mondo. Sì, perché sarà una App internazionale, in varie lingue.