Il passaporto vaccinale deve essere oggetto di un norma di legge nazionale. Questo è il parere del Garante per la protezione dei dati personali sull’ipotesi di consentire l’accesso a luoghi e servizi pubblici e privati solo ai cittadini che dimostrano di aver fatto il vaccino contro il COVID-19. Intanto la Presidente della Commissione Europea annuncia la presentazione di un proposta legislativa per il Digital Green Pass.
Passaporto vaccinale e rischi per la privacy
La Presidente della Commissione Europa, Ursula von der Leyen, ha comunicato su Twitter che entro fine mese verrà presentata una proposta di legge per il Green Digital Pass. Si tratta di documento con il quale un cittadino dimostrerà di aver ricevuto il vaccino o di aver ottenuto un risultato negativo ai test. Il passaporto vaccinale garantirà il rispetto della privacy, consentendo una maggiore libertà di movimento in Europa e fuori per lavoro o turismo.
We'll present this month a legislative proposal for a Digital Green Pass. The aim is to provide:
•Proof that a person has been vaccinated
•Results of tests for those who couldn’t get a vaccine yet
•Info on COVID19 recoveryIt will respect data protection, security & privacy
— Ursula von der Leyen (@vonderleyen) March 1, 2021
Il Vice Presidente Margaritis Schinas ha successivamente confermato che la proposta legislativa verrà presentata il prossimo 17 marzo. Il Commissario agli Affari economici, Paolo Gentiloni, ha manifestato il suo apprezzamento per l’iniziativa che permetterà di creare un certificato valido in tutta Europa, evitando soluzioni diverse in ogni paese.
Il Garante della Privacy ha nel frattempo evidenziato la necessità di adottare una legge nazionale per impedire soluzioni (anche app) pubbliche o private che non rispettano le norme in materia di protezione dei dati personali. Quello sulla vaccinazione, che verrebbe utilizzato per l’accesso a luoghi o servizi (hotel, stazioni, aeroporti, palestre e altri), è un dato molto delicato perché “un trattamento non corretto può determinare conseguenze gravissime per la vita e i diritti fondamentali delle persone: conseguenze che, nel caso di specie, possono tradursi in discriminazioni, violazioni e compressioni illegittime di libertà costituzionali“.
Quindi il Garante ritiene che
In assenza di tale eventuale base giuridica normativa, sulla cui compatibilità con i principi stabiliti dal Regolamento UE il Garante si riserva di pronunciarsi, l’utilizzo in qualsiasi forma, da parte di soggetti pubblici e di soggetti privati fornitori di servizi destinati al pubblico, di app e pass destinati a distinguere i cittadini vaccinati dai cittadini non vaccinati è da considerarsi illegittimo.