Dopo quello delle autorità austriaca e francese arriva lo stop dell’Italia: il Garante per la protezione dei dati personali ha comunicato che l’uso di Google Analytics non rispetta il GDPR (Regolamento generale sulla protezione dei dati), in quanto le informazioni raccolte dal servizio vengono inviate negli Stati Uniti. L’autorità ha adottato un primo provvedimento nei confronti di un editore, ma la questione interessa molti siti web.
Google Analytics vietato in Italia?
Al termine di una complessa istruttoria, avviata sulla base di una serie di reclami e in coordinamento con altre autorità europee, il garante ha rilevato che Google Analytics non rispetta la normativa sulla privacy, in quanto i dati vengono trasferiti negli Stati Uniti, un paese che non offre un adeguato livello di protezione per gli utenti. Il trasferimento è vietato perché le agenzie di intelligence statunitensi possono accedere ai dati senza nessuna garanzia. Il noto accordo Privacy Shield è stato annullato dalla Corte di Giustizia dell’Unione europea.
I siti web che usano Google Analytics raccolgono numerosi dati, tra cui indirizzo IP, tipo di browser, sistema operativo, risoluzione dello schermo, lingua, data e ora. Questi dati vengono utilizzati per ottenere statistiche dettagliate che servono per migliorare il servizio offerto o monitorare le campagna di marketing. Si tratta però di informazioni personali (l’indirizzo IP in particolare) che non possono essere inviate negli Stati Uniti.
Il Garante ha emesso un primo provvedimento nei confronti di Caffeina Media s.r.l., ingiungendo alla società di adottare le misure adeguate per il trasferimento dei dati entro 90 giorni. In caso contrario, alla scadenza dei termini non potrà più utilizzare Google Analytics e potrebbe essere applicata una sanzione amministrativa.