Gli astronauti dell’Apollo 17, Harrison Schmitt e Eugene Cernan avevano al tempo preso dei campioni nella zona della Luna denominata Taurus-Littrow Valley: si trattava di una colonna di regolite lunare, principalmente composta da polvere, terra e rocce della superficie della Luna. Sulla Terra, questo materiale è stato sigillato in un container, e ora verrà usato per studiare i reperti (e i gas lunari contenuti).
I ricercatori in questione sono della Washington University e stanno aiutando a recuperare questi gas dal container, così da poter essere studiati dopo ben 50 anni dal loro recupero, avvenuto nel 1972.
Partono gli studi dei gas lunari alla NASA
I container con i vari reperti sono stati tenuti sotto sigillo in due borse di Teflon e messe in una scatola-guanto di azoto in un vault. Ora, i container sono stati aperti e per farlo non c’è stato un modo facile, visto che hanno dovuto anche capire ogni tipo di gas presente in quei box.
Se infatti alcuni gas potrebbero essere stati presi direttamente durante l’estrazione della regolite lunare, c’è da dire che le rocce possono anche emetterne alcuni, e dopo 50 anni potrebbero esserci state delle reazioni. Alex Meshik, professore e ricercatore di fisica, ha detto:
Per gli ultimi 50 anni, il core lunare è stato chiuso dentro ad un container, chiuso dentro un altro ancora. Sono stati messi come le matrioske. Non esistono sigilli perfetti. Non era possibile sapere come sarebbero stati i reperti dopo 50 anni. Il sigillo ha tenuto? Quali e quante perdite ci sono state? La sfida principale è stato quella di creare un sistema di estrazione che tenesse conto di ogni possibile scenario, così da essere pronti per ogni conseguenza.
L’apparato che ha permesso l’estrazione dei gas, sia per lo studio che per avere modo di accedere ai reperti, è stato creato così da poter fare più di un’estrazione, su differenti volumi e differenti condizioni.