New York (USA) – A margine del World Economic Forum, un insolito duo si è presentato ai giornalisti: il cantante degli U2 Bono e Bill Gates, chairman Microsoft. Insieme hanno spiegato quella che hanno definito DATA Agenda : un progetto di intervento in Africa, per avvicinare paesi ricchi e paesi poveri e ridurre sofferenze e malattie del Terzo Mondo.
“Abbiamo un’agenda – ha spiegato Bono – una DATA Agenda: Debito, AIDS e commercio per l’Africa in cambio di democrazia, affidabilità e trasparenza. È una proposta difficile ma se la spingiamo riteniamo che entro il G8 della prossima estate possiamo ottenere l’accordo dei governi per una sorta di Piano Marshall per l’Africa”.
“Si tratta – ha continuato Bono – di un buon parallelismo, soprattutto dopo l’11 settembre… Nel dopoguerra gli Stati Uniti hanno investito in Europa come mossa preventiva contro il comunismo sovietico. Cancellando i debiti, attivando il commercio e via dicendo. Al momento, l’Africa si trova nella stessa posizione vulnerabile in cui si trovava l’Europa, pur con altri estremismi e ideologie. Credo che l’Occidente farebbe bene ad investire per prevenire l’acuirsi delle tensioni piuttosto che non occuparsene una volta esplose, cosa molto più costosa”.
Gates, che con la moglie Linda ha messo in piedi una Fondazione che, come noto, rappresenta la più ricca organizzazione filantropica privata di questo genere, ha spiegato che “la filantropia personale non può in questo caso sostituire l’azione dei governi. Il livello del problema e la necessità di rapporti tra paesi è troppo per gli impegni dei singoli, anche con l’aumento che vedremo di attività filantropiche. Quello che diciamo ai governi è che se loro aumentano l’impegno anche noi lo faremo”.
“Se i governi non si occupano di questi problemi – ha continuato Gates – allora l’epidemia di AIDS non potrà essere fermata e si creerà una separazione irrimediabile tra il mondo ricco e il resto del mondo, per come il primo agisce”.
Bono ha spiegato che il primo ministro canadese Jean Chretien si è già impegnato a portare al G8 la questione ma ora si tratta di convincere oltre al Canada anche Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania, Francia, Italia, Giappone e Russia…
“Il momento è venuto – ha continuato Gates – perché le cose cambino. La situazione riguarda i rapporti tra mondo ricco e povero, ma anche la questione sicurezza, quella economica… Contiamo sul fatto che i governi vedano questo come un momento di svolta”.
Anche i media devono giocare la loro parte. “Qui siamo al paradosso – ha concluso Gates – che se un aeroplano si schianta e alcune centinaia di persone vengono uccise finisce tra le news. Ma il fatto che ogni giorno un numero di bambini 50 volte superiore muoia di malattie curabili? Quelle non sono news del giorno, non sono mai news…”