Gates e il potenziale illimitato

Gates e il potenziale illimitato

Si chiama proprio così un programma che il fondatore di Microsoft ha lanciato in Australia finanziadolo con 28 milioni di dollari: per portare in rete i meno abbienti
Si chiama proprio così un programma che il fondatore di Microsoft ha lanciato in Australia finanziadolo con 28 milioni di dollari: per portare in rete i meno abbienti


Sydney (Australia) – Non si ferma il chairman Microsoft Bill Gates nello spingere per l’informatizzazione, per la quale la sua Foundation spende da molti anni milioni e milioni di dollari . Questa volta, William H. Gates III ha deciso di rilanciare la lotta contro il digital divide in Australia.

Il paese, un mercato importante per i produttori del settore, soffre in molte zone di scarsa diffusione di Internet, soprattutto nelle aree rurali. Contro questa situazione, Gates ha lanciato quello che ha definito programma Potenziale Illimitato , che si baserà su un finanziamento di 28 milioni di dollari per consentire l’accesso alla rete da parte dei meno abbienti.

“Noi e i nostri partner – ha spiegato il businessman più ricco del mondo – lavoriamo con impegno per spazzar via il digital divide, sia esso legato ad aspetti geografici, all’età o al reddito, a tutte quelle cose che possono tenere la gente lontano dal computer”.

L’iniziativa, che comprende corsi di formazione, finanziamento al supporto informatico da parte di organizzazioni locali e donazioni di software, coinvolgerà direttamente alcune delle più importanti associazioni australiane che rivolgono la propria attenzione alle fasce più deboli della popolazione. Entro il 2005 Gates spera di rendere operativi 100 centri di supporto legati ad Unlimited Potential .

Secondo il primo ministro australiano John Howard, che ha presenziato il lancio del programma di Gates, il manager americano “è un esempio vivente, un esempio pratico di chi dà indietro qualcosa, restituendo qualcosa non soltanto alla propria comunità negli Stati Uniti ma anche a comunità di tutto il Mondo”.

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Pubblicato il
30 giu 2004
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