Il maggior social network russo è di fatto diventato un’emanazione del Cremlino e questo non può che proiettare tristi presagi su quella che sarà l’attività del leader Putin sul Paese. La novità è frutto di una serie di mosse con cui la politica centrale – pur muovendo una minima quantità di capitali – è riuscita a prendere il controllo del social network Vkontakte (già Mail.ru) potendone controllare la gran parte del potere decisionale.
Vkontakte, l’ombra di Putin
Sogaz, Gazprom e Gazprombank sono gli strumenti utilizzati da Vladimir Putin per allungare le mani su un social network da 100 milioni di iscritti, principale riferimento online dell’utenza russa. Ma non è tutto: il CEO Boris Dobrodeev era stato di fatto accompagnato alla porta già nei giorni scorsi, ora la liquidazione della quota del magnate Alisher Usmanov cambia completamente il baricentro del gruppo.
Nelle ore in cui si paventa la possibilità di una invasione dell’Ucraina nel 2022, nel mezzo di una forte tensione internazionale che vede la Russia impegnata pressoché su tutti i fronti caldi, Putin allunga le mani sul principale strumento di controllo della popolazione (in un Paese dove la libertà di stampa è ai minimi termini e dove la libertà di espressione potrebbe rapidamente capitolare).
Comunque la si guardi, comunque la si interpreti, non è una buona notizia. E non solo per la Russia.