Alla fine hanno avuto la meglio le polemiche, le accuse di comportamento anticompetitivo e quelle che NVIDIA ha definito “indiscrezioni, congetture e falsità”, con la corporation californiana costretta a mettere la parola fine all’iniziativa GeForce Partner Program (GPP) a poche settimane dalla sua presentazione ufficiale.
Svelato circa due mesi or sono, il programma GPP era secondo NVIDIA pensato per “connettere” con maggior efficacia i potenziali acquirenti con le schede grafiche acceleratrici basate sulle GPU della linea GeForce, un modo per promuovere “i brand dei partner GPP attraverso il Web, i social media, gli eventi e altro.”
Sempre secondo NVIDIA, i partner del programma GPP avrebbero avuto un accesso privilegiato e in anticipo sui tempi alle ultime novità tecnologica dell’azienda, ma stando alle indagini condotte da HardOCP è in seguito emerso che GPP rappresentava di fatto un matrimonio forzato tra gli OEM e la casa delle GeForce.
Produttori ben noti presso il pubblico dei videogiocatori (su PC) come Asus, MSI e altri avrebbero insomma dovuto allineare il business ai voleri di NVIDIA , dedicando i loro brand commerciali come Republic of Gamers /ROG (nel caso di Asus) alla vendita esclusiva di GPU GeForce senza lasciare posto ai chip della concorrenza.
Le polemiche e le accuse che sono seguite alla presentazione di GPP hanno alla fine convinto NVIDIA di non procedere oltre coi suoi piani: il programma per i partner è stato ufficialmente cancellato , ha comunicato la corporation, anche se aveva solo l’obiettivo di far sì che i giocatori acquistassero hardware certificato NVIDIA senza correre il rischio di perdersi all’interno di un gergo tecnico poco chiaro.
GPP viene ora definita da NVIDIA una potenziale “distrazione” da quello che più conta, vale a dire il lavoro di sviluppo sull’hardware che nei prossimi mesi dovrebbe concretizzarsi su nuovi modelli di GPU GeForce per i giocatori e non solo.
Alfonso Maruccia