Gemini vs ChatGPT, 5 motivi per scegliere l'AI di Google

Gemini vs ChatGPT, 5 motivi per scegliere l'AI di Google

Tutti parlano di ChatGPT, Copilot e Claude, ma c’è un altro assistente AI che meriterebbe più attenzione: Gemini di Google. Questo chatbot ha un sacco di frecce al suo arco, ma per qualche motivo non se lo fila nessuno. Beh, forse è arrivato il momento di dargli una chance.

5 buoni motivi per usare Gemini di Google

1. Chat vocali illimitate e gratuite

Uno dei grandi vantaggi di Gemini è che permette di fare chat vocali in tempo reale senza limiti di tempo o di numero di interazioni. Si può parlare in modo naturale, fare domande di seguito, cambiare argomento senza dover ricominciare tutto da capo ogni volta. E l’aspetto più interessante è che non si deve pagare un centesimo.

Con la modalità vocale e Gemini se la cava alla grande. Riconosce benissimo il parlato, ha una voce molto realistica, capisce il contesto, supporta diverse lingue, sa intavolare discussioni profonde, ma sa anche rispondere al volo a quesiti pratici.

Certo, non sa ancora esprimere emozioni diverse come fa la voce di ChatGPT, ma in compenso non mette paletti alle interazioni vocali e si ricorda le conversazioni precedenti anche se si cambia dispositivo. Se poi si ha un telefono Pixel, Gemini è ancora più comodo perché è già installato e si può impostare come assistente vocale predefinito con un semplice tocco.

2. Memoria da elefante: Gemini non dimentica una virgola

Un altro punto di forza di Gemini è la sua incredibile memoria. Riesce a seguire conversazioni lunghissime senza mai perdere il filo, ricordandosi ogni dettaglio delle chat precedenti. Il merito è della finestra contestuale molto ampia. L’assistente AI di Big G usa un modello linguistico avanzatissimo (attualmente Gemini 1.5 Flash), che può processare fino a 1 milioni di token. I token sono piccole unità di testo, come una parola o parte di una parola. Tanto per essere chiari, 1 milione di token equivale a diversi libri o articoli.

In pratica, Gemini riesce a ricordare e citare con precisione qualsiasi parte del dialogo, anche se si tratta di scambi avvenuti ore prima o di papiri. Peccato solo che per ora non si possano caricare documenti di testo (cosa che invece si può fare con la versione a pagamento, Gemini Advanced). Tuttavia, anche così questa capacità di memoria eccezionale si rivela utile ad esempio per scrivere rapporti lunghi o risolvere problemi che richiedono più passaggi sequenziali.

Molte chatbot AI hanno una lunghezza contestuale sufficiente per la maggior parte dei compiti (la versione standard di ChatGPT-4 arriva ino a 8.192 token), ma Gemini riduce il rischio di “allucinazioni” dovute a una memoria troppo corta.

3. Può generare immagini AI super realistiche grazie a Imagen 3

Gemini, grazie a Imagen 3, sa anche disegnare. È un modello multimodale e come tale può generare immagini fotorealistiche mozzafiato a partire da una semplice descrizione testuale. Basta scrivere qualcosa tipo “Un tramonto infuocato sul mare” e Gemini sfornerà un paesaggio in linea con il prompt. Attenzione, per il momento non si possono generare immagini di persone, se non di spalle, parti singole (anche se spesso sono deformate) o viste da lontano. Questa resta una prerogativa di Gemini Advanced.

In questo modo, Gemini può diventare un alleato prezioso per creare visual per campagne, generare concept iniziali da rifinire poi con strumenti tradizionali, o arricchire presentazioni o progetti con illustrazioni ad hoc.

4. Si integra perfettamente con l’ecosistema Google

Uno dei punti di forza di Gemini rispetto ad altri modelli di AI è la perfetta integrazione con la suite di prodotti e servizi di Google. Se si usa già Gmail, Documenti, Drive o Calendario, Gemini permette di risparmiare un sacco di tempo perché lavora direttamente dentro a queste applicazioni.

Per esempio si può chiedere a Gemini di trovare un’email specifica inviata il mese scorso riguardo a un progetto X,  oppure di creare un evento per una riunione di team per il giorno dopo alle ore 10:00. Gemini può anche riassumere documenti, email o articoli salvati su Google Drive, e se si ha un documento in un’altra lingua, si può chiedere di tradurlo.

Avere un assistente AI integrato nel proprio flusso di lavoro quotidiano può far guadagnare una marea di tempo. Con Gemini non si deve cambiare programma o esportare dati: è tutto automatico, nell’ecosistema Google.

Oltre alle app di Google Workspace, Gemini si integra anche con l’hardware di Google come i telefoni e gli orologi Pixel o i dispositivi Google Home.

5. La versione gratuita vale oro

A differenza di altri tool di AI che tengono le funzioni migliori per gli abbonamenti a pagamento, Gemini offre un piano gratuito sorprendentemente ricco. Anche senza sborsare un euro, con Gemini si ha accesso a una marea di funzionalità che non hanno niente da invidiare ai piani premium della concorrenza.

Con un’edizione gratuita così accessibile e completa, non ci sono più scuse per non provare Gemini. Al massimo si perde qualche minuto per testarlo e vedere se fa al caso proprio. Male che vada, ci si sarà tolti lo sfizio. Ma si potrebbe anche restare piacevolmente sorpresi da questo chatbot troppo spesso (e ingiustamente) sottovalutato.

Bonus: Gemini 2.0 Flash Experimental

Tramite il chatbot, dalla finestra in alto a sinistra, si può accedere anche a Gemini 2.0 Flash Experimental. È una versione avanzata di Gemini. Offre una serie di nuove funzionalità e miglioramenti rispetto alle versioni precedenti. Ad esempio, può elaborare anche input video e audio e generare output in formati diversi. Inoltre, ha una comprensione più profonda del linguaggio naturale ed è particolarmente abile nella generazione e nella comprensione del codice.

Ma la grande novità è la funzionalità di agente AI. Cosa vuol dire? Che Gemini 2.0 Flash Experimental può compiere delle azioni da solo, come prenotare un volo o cercare informazioni online.

Per chi se lo fosse perso, gli agenti AI, sono software avanzati che possono svolgere compiti complessi in modo autonomo. Ciò vuol dire che possono prendere decisioni e interagire con vari sistemi. La loro popolarità sta crescendo per diversi motivi e Google, come gli altri big del settore AI, non vuole restare indietro. In futuro ne vedremo delle belle o delle brutte, dipende dai punti di vista.

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Pubblicato il
15 gen 2025
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