Addio Geoblocking. Il Parlamento Europeo ha deciso di rimuovere il divieto per gli e-commerce di vendere prodotti e servizi a cittadini di uno stato membro diverso da quello in cui si trova. Cade insomma uno degli ultimi vincoli alla libera circolazione delle merci e dei servizi nell’UE. La scorsa settimana una bozza per la deregolamentazione del settore e-commerce è stata approvata (a maggioranza qualificata) dal Consiglio dei Ministri del Parlamento UE. Un’importante decisione, la cui intenzione primaria è rimuovere appunto le discriminazioni basate sulla nazionalità dell’acquirente, sul luogo di residenza o sul domicilio.
Si tenga presente comunque che il testo approvato , anche se punta a togliere determinate barriere non liberalizza del tutto il mercato. Determinati settori, ad esempio, ne restano esclusi: come i trasporti, la salute e i servizi finanziari. Inoltre rimarrà per il venditore la possibilità di offrire prezzi differenti in base allo stato in cui si trova l’acquirente. Chi vende non sarà costretto a spedire i suoi prodotti ad acquirenti al di fuori dello stato in cui opera o in cui offre il servizio di consegna, come a dire che la possibilità è concessa ma non diventa automaticamente un obbligo. L’applicazione di differenti condizioni di pagamento ai clienti in base alla loro nazionalità o stato di residenza sarà invece del tutto vietato.
Lo scorso maggio la Commissione Europea ha pubblicato un piano di misure che, oltre l’annullamento del Geoblocking, si poneva anche l’obiettivo di rendere più economiche le spedizione tra gli stati membri e di fare in modo che col tempo aumenti la fiducia dei cittadini negli acquisti online, attraverso il rafforzamento dei sistemi di sicurezza sull’intera esperienza d’acquisto (transazione, spedizione, servizio clienti, garanzia ecc). Approvata la bozza, ora partiranno le negoziazioni con il Parlamento Europeo in modo da portare quanto prima i singoli stati membri all’adozione della decisione. Secondo gli esperti, grazie a questa nuova disposizione, l’e-commerce in Europa potrebbe conoscere un’interessante accelerazione. I cittadini dell’intera Comunità Europea avranno la possibilità infatti di accedere ad una più ampia gamma di prodotti e servizi.
Il geoblocking comunque non è attivo solo sui beni fisici: anche i contenuti digitali sono fortemente legati al paese in cui vengono venduti. Album musicali, film, serie TV, dirette streaming, insomma tutto ciò che è in abbonamento e protetto da copyright praticamente non può varcare i confini del suolo sui cui è stato acquistato. Ma qualcosa finalmente si muove anche in questo settore. Qualche giorno fa la Commissione Affari legali del Parlamento Europeo ha finalmente approvato una proposta della Commissione per l’ammodernamento del copyright sulla portabilità dei contenuti online. Ci ha messo un anno, ma finalmente il via libera è arrivato.
Dunque le licenze esclusive su base territoriale per i contenuti digitali potrebbero iniziare a sparire o comunque ad venir meno in determinati casi. Non subito, ovviamente: ora la palla passa al Consiglio dei Ministri, l’organo con cui sarà avviato un negoziato che si spera porterà all’approvazione di un testo definitivo. Nel prossimo futuro insomma sarà altamente probabile che chi ha un abbonamento in uno stato potrà fruire del contenuto cui è abbonato anche se si trova momentaneamente in un altro stato membro (diverso da quello dove è avvenuto l’acquisto).
Nicola Bruno