Sul fronte della pubblicità online, un piccato botta e risposta tra i responsabili di Adblock Plus e i vertici editoriali di alcune tra le testate giornalistiche più popolari in Germania. Da Spiegel Online a Sueddeutsche.de , le versioni digitali di riviste e quotidiani tedeschi hanno consigliato ai propri lettori la rimozione della nota estensione multipiattaforma, suggerendo in alternativa l’inserimento delle stesse testate online nella lista dei siti esclusi dal blocco dei banner pubblicitari sul web .
” Spiegel Online è totalmente gratuito perché interamente basato sulla pubblicità – si legge in un avviso pubblicato sul sito del settimanale Der Spiegel – L’utilizzo di ad blocker impedisce al nostro lavoro di trovare la giusta retribuzione. Chiediamo ai nostri lettori di evitarne l’utilizzo, o di predisporre un’eccezione per il nostro sito”.
In sostanza , i responsabili dell’estensione Adblock Plus avrebbero sulla coscienza la mancata retribuzione del lavoro giornalistico nel formato digitale, dal momento che le perdite nel volume di visualizzazioni di banner porterebbero gli inserzionisti a pagare meno per gli spazi online .
In un comunicato di risposta , il co-founder di Adblock Plus Till Faida ha sottolineato come il servizio fornito dalla stessa estensione rappresenti “parte della soluzione, non certo il problema”. L’industria della online advertising non sarebbe ancora riuscita a distaccarsi dal vecchio formato delle pubblicità TV-style , roboanti e fastidiose per la navigazione degli utenti. Adblock Plus ha già avviato una campagna di sensibilizzazione per chiedere ai pubblicitari una distinzione netta tra i banner ingombranti e quelli accettabili secondo i canoni del nuovo web.
Nel frattempo, il numero delle installazioni e delle donazioni, sospinto dalla visibilità del confronto con gli editori, aumenta in maniera sensibile.
Mauro Vecchio