No, il provider Internet non è responsabile e non deve obbligatoriamente filtrare l’accesso ai siti web esteri, anche se questi ultimi sono illegali per la legge locale. È quanto ha deciso la Corte Amministrativa di Dusseldorf in merito alla richiesta del governo federale a Deutsche Telekom, una richiesta riguardante la messa al bando di siti web di scommesse online operanti fuori dalla Germania.
Le autorità tedesche intendevano far valere il diritto di restringere l’operatività dei siti di scommesse per questioni di politica pubblica e contrasto al riciclaggio di denaro sporco, diritto invero concesso dalle leggi comunitarie della UE ma che in questo caso non vanno applicate.
Parimenti a quanto già successo in passato in un caso simile riguardante l’ISP Vodafone e risalente al 2011, infatti, la giustizia tedesca ha stabilito che prima del diritto delle autorità di filtrare e obbligare i provider a fare i “poliziotti di rete” viene quello del libero accesso dei cittadini alla rete – anche in quelle “isole” telematiche che operano nell’evidente illegalità e nel mancato rispetto delle leggi locali e comunitarie.
La decisione della Corte tedesca echeggia d’altronde sentenze già emesse dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea e risalenti solo al recente passato: gli ISP non sono responsabili dei contenuti illegali presenti sui siti web gestiti da soggetti terzi, aveva stabilito la UE, ed è fondamentale salvaguardare il diritto all’accesso del web ogniqualvolta sia possibile farlo.
Alfonso Maruccia