Germania, industria dei contenuti contro Web 2.0

Germania, industria dei contenuti contro Web 2.0

RapidShare, che permette agli utenti di condividere i file che caricano sui propri account, è accusato dall'omologa tedesca della SIAE. Che intende creare dei precedenti per passare poi all'attacco di YouTube
RapidShare, che permette agli utenti di condividere i file che caricano sui propri account, è accusato dall'omologa tedesca della SIAE. Che intende creare dei precedenti per passare poi all'attacco di YouTube

RapidShare è nei guai: il celeberrimo servizio di hosting che consente ai propri utenti di aprire account gratuiti su cui caricare file e consentire agli altri utenti di accedervi, è da qualche settimana l’obiettivo di due ingiunzioni temporanee emesse dal Tribunale di Colonia, in Germania. La Corte ha iniziato ad esaminare le operazioni di RapidShare.com e.de dopo la denuncia di GEMA , la società tedesca di raccolta dei diritti che opera in modo simile all’italiana SIAE. GEMA ritiene infatti che RapidShare dia adito ad una massiccia e distribuita violazione del diritto d’autore , consentendo nei fatti una condivisione illegale su larga scala di materiali protetti.

A dare notizia dell’assalto legale è stata una decina di giorni fa la stessa GEMA, che in una nota mette sotto accusa il modello di business di RapidShare . “I servizi in questione – sottolinea GEMA – sono chiamati sharehoster . L’idea è fornire agli utenti la possibilità di memorizzare qualsiasi contenuto desiderino e rendere il tutto pubblicamente accessibile ad altri utenti”.

Inaccettabile per chi lucra su qualsiasi utilizzo delle opere dei propri associati, come GEMA. Che infatti gira il coltello nella piaga mettendo sotto accusa i servizi “premium” offerti da RapidShare: al contrario di quelli di “base”, quei servizi sono infatti a pagamento e permettono un più facile upload e condivisione dei file. Non è un dettaglio insignificante: dimostrare che i responsabili del servizio hanno lucrato su questo, in caso di loro condanna renderebbe più pesante la sentenza.

Con le ingiunzioni appena emesse, il tribunale sembra vicino a pronunciarsi definitivamente a favore di GEMA. Lo sottolinea Heise Online : sebbene il giudice abbia chiarito come siano gli utenti a caricare gli eventuali contenuti protetti da diritto d’autore nel sistema e non i gestori dello stesso, questo non riduce la responsabilità del gestore per quanto avvenuto nell’ambito dei propri servizi.

Da parte sua RapidShare si difende, evidenzia EDRI-gram , sostenendo di non avere la possibilità di controllare quello che viene caricato nei propri account dagli utenti.

Secondo il boss di GEMA, Harald Heker, la battaglia non si esaurirà con RapidShare: “Queste decisioni avranno un importante rilievo per quanto riguarda il futuro, con i servizi web 2.0 come YouTube o MySpace. Sono decisioni che dimostrano come dare all’utente il ruolo di colui che di fatto usa il servizio, con la conseguente non controllabilità dei contenuti, non toglie ai gestori dei servizi le loro responsabilità dinanzi alle leggi sul diritto d’autore per i contenuti che sono disponibili per il download sui propri servizi web”. YouTube avvisato, mezzo salvato.

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Pubblicato il
2 feb 2007
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