Nell’infuocato dibattito pubblico sull’esteso programma di sorveglianza adottato dalla statunitense NSA, il cancelliere tedesco Angela Merkel pretende che le principali web company operative in Europa rivelino nel dettaglio tutti quei soggetti terzi a cui viene concesso regolare accesso ai dati personali degli utenti comunitari . “Dobbiamo lavorare insieme per combattere il terrorismo, ma allo stesso tempo è nostro dovere garantire il rispetto della privacy di tutti i cittadini”, ha spiegato Merkel nel corso di un’intervista al broadcaster locale ARD .
Se “il fine non giustifica i mezzi”, il cancelliere tedesco vorrebbe gettare le basi per la stesura di un’efficace regolamentazione europea in materia di privacy, una sorta di unico ecosistema legislativo per la corretta gestione delle informazioni personali da parte di grandi social network e motori di ricerca . C’è chi ha sottolineato come l’adozione di nuove regole unificate – un protocollo aggiunto al trattato del 1966 Convenzione internazionale sui diritti civili e politici – sarebbe una notizia splendida per la tutela degli utenti europei, tuttavia minacciata dagli interessi del business legato al web.
“Nel prossimo futuro, mi aspetto un impegno chiaro da parte del governo statunitense – ha continuato Merkel – che dovrà rispettare le leggi tedesche se presente sul territorio tedesco. Ci difendiamo da amici, e dobbiamo poter contare l’uno sull’altro”.
Più isolazionista è la proposta del presidente estone Toomas Hendrik Ilves: l’Europa dovrebbe spostarsi verso i propri servizi di cloud computing, abbandonando quelli forniti dai grandi provider negli Stati Uniti . Ad oggi, il 95 per cento della fornitura di servizi sulla nuvola proviene da operatori al di là dell’Atlantico.
Mauro Vecchio