Esplorare imprevisti e probabilità delle armi stampate in 3D: è per questo motivo che le forze dell’ordine tedesche intendono dotarsi di una stampante 3D e dare il via alla produzione.
Le armi stampate, pistole di plastica replicabili da chiunque abbia a disposizione una stampante 3D, hanno suscitato l’interesse delle forze dell’ordine tedesche in seguito all’impatto creato dalla circolazione del primo video e del progetto di Liberator, realizzata dalla discussa non profit Defense Distributed . Il dibattito sulla legalità dell’arma e i tentativi di bloccarne la clonazione hanno spinto la Bundeskriminalamt (BKA), polizia criminale federale tedesca, e la Bundespolizei , la polizia federale, a studiare il fenomeno mettendoci le mani.
È dalla risposta ad un’interrogazione parlamentare che emergono i fini dell’esperimento . Le forze di polizia intendono stimare la pericolosità delle armi stampate in 3D , sia in termini di utilizzo da parte di malintenzionati, sia da parte di cittadini che le utilizzerebbero in un contesto lecito, ma anche metterne alla prova la sicurezza , per eventualmente introdurre la stampa 3D fra i metodi di produzione del proprio arsenale. Un obiettivo a più breve termine, invece, è verificare che gli oggetti stampati che costituiscono un rischio non passino indenni ai controlli presso gli aeroporti e le frontiere. Non ultimo, le forze dell’ordine auspicano comprendere se questa tecnologia possa creare dei problemi a livello di violazione della proprietà intellettuale.
E mentre la polizia tedesca attende di gingillarsi con una stampante 3D, i progressi dei civili sono sempre più tangibili.
Grizzly è il primo fucile stampato in tre dimensioni, con una Stratasys Dimension 1200es: il test dell’arma non è risultato in un completo successo , ma sul forum di Defence Distributed sono già in molti ad affollarsi per contribuire a migliorarla.
Gaia Bottà