Poco importa che siano così irriconoscibili da incuriosire il netizen a precipitarsi sulla pagina che le ospita: i francobolli di immagine dispensati da Google in Germania violano il diritto d’autore.
A stabilirlo, la corte regionale di Amburgo, che si è espressa su due diversi casi. L’accusa è stata mossa indipendentemente da un fotografo, Michael Bernhard, e da un fumettista, Thomas Horn: denunciano la violazione commessa da Google racimolando immagini coperte dal diritto d’autore e offrendole in formato anteprima nei risultati delle ricerche.
La corte ha dato ragione ai due autori, ha stabilito che Google compie una violazione nel momento in cui pubblica delle immagini coperte da copyright senza aver chiesto e ottenuto alcun permesso . “Non importa che le anteprime siano più piccole delle immagini originali e abbiano una risoluzione minore”: la tesi delle immagini degradate non attecchisce presso i tribunali tedeschi. Il giudice, riguardo al caso di Horn, ha spiegato che “usando delle foto nelle anteprime non viene creata nessuna nuova immagine”.
A parere dei giudici tedeschi la responsabilità grava sugli spider di Google, non sugli autori che gestiscono le pagine web cornici delle immagini raccattate dal motore di ricerca, e che possono, spiegano chiaramente da Mountain View, allontanare i bot che brulicano in rete. Secondo le autorità tedesche Google dovrebbe approntare tecnologie e pratiche per scongiurare le violazioni, dovrebbe discernere a priori tra immagini coperte da copyright e immagini che è possibile mostrare fra i risultati delle ricerche.
Si tratta di un orientamento decisamente più rigido di quello assunto dalle corti statunitensi: Google era stata denunciata di aver insidiato il business di pornografi traditi dalle anteprime, ma lo scorso anno un giudice ha riconosciuto che l’utilizzo che il motore di ricerca fa delle immagini ricade appieno nell’istituto del fair use.
Proprio sulla disciplina dell’uso legittimo fa leva Google nella propria strategia difensiva: “Crediamo che i servizi come Google Ricerca Immagini siano perfettamente legali” comunicano da Mountain View in una nota. “La decisione della corte regionale di Amburgo è un male per gli utenti Internet e per gli utenti dei motori di ricerca per immagini, così come è un male per le migliaia di siti che basano il loro business sulle ricerche di immagini” ha spiegato una portavoce di Google, accennando al fatto che tutti gli autori potrebbero decidere di avventarsi contro tutti i motori di ricerca. “Con questa sentenza – denunciano da BigG – la corte di Amburgo fa precipitare gli utenti Internet tedeschi nell’età della pietra del digitale”.
A non comprendere le potenzialità dei motori di ricerca per la visibilità dei propri contenuti non sono solo fotografi e fumettisti: anche gli editori si sono in passato scagliati contro anteprime considerate troppo azzardate. Copiepresse, editore belga scontento della pubblicità indesiderata fornita da Google News, aveva richiesto e ottenuto la rimozione dei link indirizzati da Google ai propri articoli. Ma Google non si è mai rassegnata a vedersi negare il diritto di link: anche nel caso tedesco Mountain View ha promesso di ricorrere in appello.
Gaia Bottà