Sbagliare il destinatario di una email è molto comune, ma, nella maggior parte dei casi, a meno che il contenuto della lettera non sia compromettente, basta chiedere scusa e chiarire l’equivoco. Questo però non accade se lo sbaglio è commesso sulla posta elettronica di un Parlamento. È successo in Germania, dove il sistema di posta elettronica del Bundestag è andato in tilt per diverse ore a causa di un errore umano.
Un collaboratore di un deputato dei Verdi, identificato solo come “Babette”, ha accidentalmente inviato un’email , destinata a una sua collega, a tutti i 620 deputati del Parlamento, al loro personale e a tutti i lavoratori amministrativi, per un totale di 4032 persone. La lettera conteneva i dettagli della nuova guida sui principi legali e le regole del Bundestag. Il problema principale, tuttavia, consiste nel fatto che i destinatari non hanno cancellato l’email, ma hanno a loro volta risposto al mittente creando, di fatto, un effetto valanga che ha mandato letteralmente in tilt l’intero sistema di posta elettronica del Parlamento tedesco. Insomma sono bastati diversi “rispondi a tutti” per creare un vero e proprio putiferio.
La reazione dei parlamentari è stata, per certi versi, sorprendente. Molti dipendenti del Bundestag hanno risposto con ironia all’email arrivata per errore. Le repliche spaziavano da “Colgo questa opportunità per fare un saluto alla mia mamma”, a “Ad Hannover-Linden ci sono tre gradi, non piove, ma è un po’ nuvoloso”; fino a qualcuno che con molta franchezza ha scritto: “Siete tutti pazzi”. Con il passare del tempo le conversazioni, sempre più bizzarre, sono diventate centinaia.
La situazione è diventata così incontrollabile che l’ufficio amministrativo del Bundestag ha richiamato all’ordine i propri parlamentari pregandoli di smetterla di giocare con la posta elettronica : “Si ricorda che l’email può essere utilizzata esclusivamente a fini professionali e l’abuso attuale del sistema può causare ritardi nella consegna fino a trenta minuti”.
I dipendenti del Bundestag però sembrano contenti di aver speso una mattinata di lavoro dietro a un’email. “Penso che sia grandioso. Dovremmo farlo una volta al mese, così ci aiutiamo a crescere insieme” ha scritto un dipendente. Volker Beck, un deputato dei Verdi, invece ha commentato: “Un errore dovuto a un click e il sistema di posta elettronica del Parlamento si è trasformato in un social network”.
Gabriella Tesoro