Il Parlamento tedesco è tornato sulla materia dei filtri Internet, adottati nel 2009 con l’obiettivo di cercare di bloccare i siti contenenti materiali pedopornografici, e ha deciso di abbandonare la normativa in quanto inefficiente .
Il Bundestag aveva adottato la normativa che prevedeva la compilazione, da parte della polizia federale, di una lista nera di siti contenenti pedopornografia e che per questo dovevano vedere i loro domini Internet ed indirizzi IP filtrati dagli ISP.
La misura aveva naturalmente sollevato dubbi da parte degli Internet Service Provider e degli attivisti, preoccupati che la misura potesse rappresentare una breccia per far passare una generale censura sulla rete.
Il Ministro della Giustizia Sabine Leutheusser-Schnarrenberger, ora, ha fatto un deciso passo indietro, respingendo la legge come “una soluzione superficiale”.
Il ministro ha citato il politico esperto di Internet Jimmy Schulz affermando che “l’unico modo per impedire la visione di tali siti è quello di cancellarli”. Si tratterebbe di un’operazione distinta dall’inibizione conseguente alla redazione della lista e potenzialmente molto veloce, sia nel caso in cui le pagine e i siti in questione avessero base in Germania sia nel caso fosse possibile contattare all’estero gli ISP che li ospitano. Anche perché gli stessi provider sarebbero naturalmente interessati a non passare per sostenitori della pedopornografia .
Claudio Tamburrino