Le stesse peculiarità che hanno reso Bitcoin la criptovaluta più nota e diffusa al mondo ne rappresentano i lati oscuri: un’ennesima testimonianza è rappresentata dalla storia che arriva in questi giorni dalla Germania dove le forze di polizia hanno arrestato un uomo sequestrando la sua fortuna accumulata in moneta virtuale per un ammontare complessivo quantificato in oltre 50 milioni di euro (circa 1.700 BTC). C’è solo un problema: manca la password per potervi accedere.
Maxi-sequestro di BTC, ma la password non viene rivelata
Il diretto interessato si rifiuta di comunicarla alle autorità, ma non è da escludere se la sia dimenticata. Non sarebbe la prima volta, il mese scorso su queste pagine abbiamo scritto del programmatore di San Francisco che ha scordato quella scelta per custodire più di 7.000 BTC in un portafogli digitale, un equivalente pari a 220 milioni di dollari. Di recente il New York Times ha condiviso una statistica interessante: si ritiene che il 20% circa di tutti i Bitcoin in circolazione, oltre 140 miliardi di dollari al cambio, sia bloccato all’interno di wallet dei quali i legittimi proprietari hanno smarrito o scordato il codice di accesso.
Tornando al caso tedesco, l’uomo è accusato di aver installato software di cryptomining (come Skidmap) nei computer di vittime inconsapevoli, sfruttando così le loro risorse hardware per generare criptovaluta destinata poi alle sue tasche. Una pratica piuttosto diffusa tra i cybercriminali alla ricerca di guadagni facili. Queste le parole del procuratore tedesco Sebastian Murer della città bavarese di Kempten in merito alla password, affidate alla redazione di Reuters.
Gliel’abbiamo chiesta, ma non l’ha detta. Forse non la conosce.