Milano – Anni di battaglie e polemiche si sono chiusi con una firma: ciascuno sul proprio sito, GEMA e YouTube hanno annunciato di aver raggiunto un accordo per la remunerazione degli artisti tutelati dalla collecting society teutonica, a fronte delle visualizzazioni di video contenenti la loro musica che avvengono attraverso il portale di videosharing controllato da Google. Un accordo che semplifica la vita ai navigatori, ma che apre anche per YouTube strade molto interessanti.
Sette anni di guerra, iniziata nel 2009 quando l’accordo precedente tra le due era scaduto, si chiudono quindi con un trattato di pace che sembra accontentare tutti. Gli assistiti di GEMA potranno monetizzare i passaggi delle loro opere sul portale rosso; YouTube potrà rimuovere su oltre 70mila clip il messaggio che informava che quel contenuto non era disponibile a causa di problemi di copyright; e ovviamente gli utenti, che non dovranno più confrontarsi con un servizio monco a causa di una querelle che è di impossibile comprensione nell’era dei contenuti liquidi e della rete globale .
In realtà sussistono ancora delle divergenze tra YouTube e GEMA rispetto alla gestione del copyright , in particolare sulla responsabilità di chi carica contenuti sulla piattaforma di ottenere licenze specifiche per eventuali materiali coperti da copyright contenuti nei loro upload. Evidentemente sia YouTube che GEMA hanno preferito guardare oltre: la prima per non farsi scappare visualizzazioni, pubblico e contenuti ha scelto di pagare , la seconda per non scontentare i suoi assistiti (costretti a rinunciare proprio al pubblico locale) ha optato per un ammorbidimento delle proprie posizioni al riguardo.
Nel suo comunicato , in ogni caso, GEMA punta il dito sulla necessità di rivedere il quadro legislativo e regolamentare del diritto d’autore , proprio per fare fronte alle novità imposte dall’innovazione tecnica e tecnologica avvenuta in questi anni. Da parte sua YouTube invece pone l’accento sulla tecnologia disponibile sulla sua piattaforma, dal ContentID alla realtà virtuale, che apre nuove strade agli artisti: e a YouTube stessa, che ora potrà lanciare anche i propri servizi di abbonamento in Germania.
Non sono state divulgate cifre sull’accordo raggiunto , come neppure era stato fatto in passato quando YouTube aveva firmato accordi simili con altre collecting society in giro per il mondo.
Luca Annunziata