È come se il legittimo detentore di un’arma lasciasse incustodita la propria pistola. È come se qualcuno ne approfittasse per compiere un reato. In Germania avviene lo stesso per le connessioni WiFi. Anche se non possono essere brandite per fare violenza su nessuno.
A stabilirlo, il tribunale distrettuale di Düsseldorf, a pochi giorni da una sentenza di segno opposto . La Corte d’appello di Francoforte aveva scagionato un netizen che disponeva di una connessione wireless sfruttata da un anonimo piggybacker : aveva lasciato il router in funzione mentre si sollazzava in vacanza. Qualcuno di passaggio, rilevata la connessione, aveva approfittato della banda per scaricare illecitamente dei file. Se il tribunale di prima istanza aveva ritenuto colpevole il vacanziero utente della connessione, il tribunale di appello aveva ribaltato la sentenza e aveva stabilito che non sarebbe stato possibile accusare un cittadino non responsabile del download, ma inconsapevole responsabile di avere consegnato ad un altro cittadino i mezzi per effettuarlo.
Ora i magistrati tedeschi sono stati chiamati a valutare un caso analogo , mosso dai legali del rapper Bushido, popolarissimo in Germania per musica e aggressività: la decisione si è abbattuta sull’intestatario dell’abbonamento Internet. Il colpevole è un pensionato : dichiara di non conoscere Bushido, non è appassionato di gangsta rap , ha dimostrato di non detenere né di aver mai detenuto sul proprio computer il software necessario a scaricare musica. Il giudice l’ha accusato di essere corresponsabile di ciò che è stato commesso attraverso l’access point lasciato incustodito.
L’imputato avrebbe dovuto proteggere la propria connessione con una password, non avrebbe dovuto permettere che un passante ne approfittasse per commettere azioni punite dalla legge. L’accusato non si è assunto questa responsabilità, così il tribunale ha chiamato a testimoniare l’indirizzo IP , l’indirizzo IP grazie al quali si è risaliti all’inconsapevole pensionato.
L’uomo ora dovrà sobbarcarsi le spese legali, dovrà affrontare trafile burocratiche, dovrà vigilare sul proprio router. I legali del rapper Bushido promettono di chiedere un risarcimento pari a 250mila euro qualora il pensionato si rendesse di nuovo complice di download non autorizzati. Sul suo capo pende la colpevolezza di un reato penale.
Ma a rischiare di essere condannati per incauta custodia di rete WiFi, come se abbandonassero un’arma da fuoco alla mercé di violenti, non sono solo i cittadini sottoposti alla confusa giurisprudenza tedesca. Negli States si moltiplicano le proposte di legge che scaricano la responsabilità sui cittadini identificati con l’indirizzo IP che li proietta in rete. Si scontra con la legge l’ imperativo morale di lasciare aperte le proprie connessioni per innervare il mondo di connettività.
Gaia Bottà
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