Il mirror tedesco di Wikileaks non è più online: coloro che si rivolgano a Wikileaks.de alla ricerca di informazioni sottaciute dai protagonisti e messe a disposizione dei netizen da persone informate dei fatti verranno inevitabilmente redirezionati sulla versione internazionale della piattaforma dedicata alle fughe di notizie scottanti.
La sospensione è avvenuta senza che i un primo momento vi fosse alcuna giustificazione ufficiale da parte di DENIC , l’autorità tedesca che si occupa della gestione dei domini Internet. Nelle scorse settimane Wikileaks.de aveva attirato l’attenzione delle istituzioni: i netizen avevano messo a disposizione documenti riservati relativi alle censure di numerosi paesi del mondo, Wikileaks aveva dato spazio a delle liste di URL con cui Danimarca, Tailandia e Australia plasmano la forma della rete a favore dei cittadini. Le autorità australiane avevano minacciato di perseguire i responsabili della disseminazione della blacklist ovunque si fossero trovati. Nelle stesse ore le forze dell’ordine tedesche si erano rivolte all’intestatario del dominio tedesco, Theodor Reppe: l’accusa era quella di disseminazione di pornografia, la perquisizione a casa di Reppe era motivata con la necessità di raccogliere delle prove.
Nessun dettaglio era trapelato riguardo alle indagini: Reppe aveva rifiutato di fornire le password per accedere a Wikileaks.de , si era opposto alla richiesta di rendere inaccessibile il mirror tedesco della piattaforma. Le autorità non si erano espresse a riguardo, ma gli admin del sito avevano tracciato una connessione con la pubblicazione su Wikileaks della discussa blacklist australiana. L’ipotesi sarebbe stata confortata dall’attuale congiuntura: la Germania sta meditando di dotarsi a sua volta di un sistema di liste nere da fornire ai provider affinché restituiscano ai cittadini una rete sicura e epurata da rischi e minacce. Wikileaks, con la pubblicazione delle liste e delle URL proibite da altri paesi, avrebbe rappresentato una bomba a orologeria.
Wikileaks, anche sotto indagine, sarebbe rimasta incensurabile, assicuravano gli amministratori della piattaforma. Ma il 9 aprile il dominio tedesco wikileaks.de è stato sospeso . Gli amministratori della piattaforma hanno gridato alla censura, hanno rievocato circostanze del passato, quando Wikileaks è stata isolata dalla rete in occasione della denuncia di una banca svizzera di cui erano stati rivelati dei documenti considerati diffamanti.
Ma DENIC, sollecitata dai media, ha temperato l’aggressività delle accuse degli admin tedeschi: il dominio Wikileaks.de potrebbe essere stato congelato dal registrar per questioni amministrative. Reppe, l’intestatario del dominio, potrebbe aver dimenticato di rinnovare il contratto.
Gaia Bottà