Getty Images ha deciso di rendere disponibili gratuitamente 35 milioni di immagini con un nuovo sistema di embedding : non si tratta solo di una nuova funzione per incoraggiare con semplicità gli utilizzi non commerciali dei contenuti, ma anche di un segnale contro la violazione del diritto d’autore online.
“Stiamo iniziando realmente – ha spiegato il vicepresidente Craig Peters – a comprendere l’estensione delle violazioni online”.
Il sito che, con più di 35 milioni di immagini, offre uno dei più grandi archivi fotografici online, sta subendo sempre di più la pressione dei prezzi più bassi di altri operatori del settore, delle offerte gratuite di immagini rintracciabili sui social media dedicati alle fotografie, delle maggiori possibilità date dalla diffusione di diversi tipi di piattaforme di self-publishing , nonché quella della pirateria.
La idea balenata a Getty Images per contrastare queste spinte è una strategia interessante che non contrasta questo trend di condivisione, ma sembra assecondarlo: ha lanciato uno strumento per incastonare le fotografie per l’uso non commerciale online gratuito .
Getty Images, in pratica, fornirà l’immagine in un lettore da embeddare: un meccanismo molto simile a quello utilizzato da YouTube, che contiene già al suo interno tutte le informazioni relative all’immagine che si vuole utilizzare, dal nome dell’autore, al link alla pagina di Getty Images con i permessi con cui l’ha voluta mettere a disposizione.
Inoltre la piattaforma si riserva di raccogliere i dati relativi alle immagini utilizzate dagli utenti e la possibilità di inserire advertising all’interno delle immagini, proprio come fa il Tubo.
L’aspetto interessante della soluzione è che Getty Images cerca anche di chiarire quali sono gli usi non commerciali : tutti quei siti che hanno al loro interno inserzioni Google Ads, per esempio, potranno utilizzare il lettore incastonato gratuitamente e in tutta tranquillità, mentre dovrà pagare chi usa le sue immagine per promuovere un servizio o un prodotto.
La questione dell’utilizzo online delle immagini, d’altronde, non è affatto semplice: i termini con cui vengono condivise non sono sempre chiarissimi (nella migliore delle ipotesi il sistema di Creative Commons copre tutte le fattispecie), la facilità di condivisione rende difficile se non impossibile risalire sempre al titolare e anche i confini del fair use sono molto labili. Getty Images stessa è stata coinvolta in un abuso che le è costato milioni di dollari.
Il caso risale al 2010 ma si è concluso pochi mesi fa: Getty è stata condannata insieme ad Agence France-Press, perché quest’ultima aveva ripreso le immagini con cui il fotografo Daniele Morel aveva immortalato il catastrofico terremoto che ha colpito Haiti, diffondendole online usando la licenza Getty Images e finendo per essere riconosciuta come titolare del diritto d’autore.
Claudio Tamburrino