Apple dovrà pagare all’erario giapponese 12 miliardi di yen (corrispondenti a circa 118 milioni di dollari) per non aver correttamente riportato i suoi fatturati alle autorità competenti.
Come hanno già fatto paesi quali l’ Italia , la Spagna, la Germania o il Regno Unito, nonché gli Stati Uniti , anche il Giappone si trova ad avere a che fare con la tassazione delle aziende multinazionali di Internet cercando un modo per ingabbiarle nella rete del proprio fisco e non permettergli di passare attraverso le sue maglie con la dislocazione dei redditi lontano da dove sono stati effettivamente generati, grazie all’immaterialità delle transazioni online e alla possibilità di appoggiarsi a diverse divisioni nazionali.
Nel caso giapponese, a non suonar bene alle autorità locali sono in particolare gli introiti di iTunes e il legame tra la divisione giapponese e quella irlandese di Apple.
A non piacere all’ufficio regionale fiscale di Tokyo è il fatto che le tariffe per gli abbonamenti ad iTunes degli utenti Giapponesi fossero registrati – come acquisto di software – da Apple Irlanda. Stessa questione, d’altra parte, su cui si gioca il caso che vede la Commissione europea contro Apple e che ora sta facendo discutere gli Stati Membri dell’Unione per la suddivisione della multa e delle tasse dovute da Cupertino.
Apple non ha per il momento commentato la vicenda.
Claudio Tamburrino