In Giappone Samsung può stare momentaneamente tranquilla: secondo la Corte distrettuale di Tokyo non viola la proprietà intellettuale di Apple, non relativamente a brevetti che riguardano la sincronizzazione di video e musica con un server.
Apple non ha commentato ancora la sentenza, che la condanna altresì a rimborsare le spese legali a Samsung.
Si tratta , insomma, di una decisione che concede un attimo di respiro a Samsung, alle prese con le conseguenze della sconfitta incassata negli Stati Uniti e con la riorganizzazione della sua difesa, al momento incrinata dalla condanna a stelle e strisce da un miliardo di dollari, per cui ora sono state delineate le motivazioni dettagliate che hanno portato a tale cifra.
Secondo un rapporto del Korean Times , poi, Samsung starebbe non solo preparando l’appello contro la decisione del giudice Lucy Koh, ma anche minacciando di avanzare nuove denunce di violazione brevettuale legate stavolta alla tecnologia LTE .
Al centro vi sono dunque sempre standard tecnologici e dal lato dell’accusa vi sarà sempre Cupertino, sempre che impieghi tale connessione nei suoi prossimi dispositivi. La situazione non si discosta molto da quelle finora osservate: la novità è che stavolta Samsung sembra aver avanzato tale possibilità di accusa solo nel tentativo di raggiungere un accordo di licenza incrociata con Apple.
In trattativa con Cupertino, d’altronde, ci sarebbe adesso anche Google: lo stesso CEO Larry Page avrebbe incontrato Tim Cook e al centro dell’incontro parrebbe esserci la questione brevettuale che vede i dispositivi Android sul banco degli imputati. Già in Germania, d’altronde, le due hanno raggiunto un’intesa.
Samsung, inoltre, secondo alcune indiscrezioni , sarebbe intenzionata ad accordarsi anche con Microsoft.
Claudio Tamburrino