Secondo quanto riferiscono le fonti locali, la Corte distrettuale di Tokyo ha sospeso alcune funzioni di autocomplete del motore di ricerca di Google sul suolo nipponico.
Il tribunale ha accolto la denuncia per violazione di privacy e diffamazione depositata da un giapponese rappresentato dall’avvocato Hiroyuki Tomita: nel dettaglio, secondo l’accusa, Google Suggest finisce per suggerire associazioni tra parole ritenute diffamanti con conseguenze sulla reputazione e l’immagine del diretto interessato.
Tomita riferisce che il suo cliente ha perso il lavoro a causa dell’associazione del suo nome con diversi crimini, crimini con cui afferma di non aver nulla a che fare, e che in generale i suggerimenti di Google possono rappresentare una forma di diffamazione o violazione della privacy “sia nei confronti di persone che di piccole e medie aziende”. Per questo chiede che “sia necessario stabilire un mezzo per ottenere una rapido risarcimento dei danni in caso di una chiara violazione”.
Denunce simili sono già state depositate nei confronti di Google anche in Argentina , in Svezia , in Irlanda e in Italia , e BigG è già stata condannata in Brasile , Cina e Francia, mentre è stata assolta nel Regno Unito .
In particolare, la giurisprudenza francese sembra ormai dare per assodato la responsabilità civile di Google per i termini suggeriti agli utenti nel momento della digitazione di una query tramite Google Suggest , se tale associazione di idee è offensiva o diffamante nei confronti dei soggetti coinvolti.
Google ha commentato la vicenda sottolineando che si tratta non di un blocco totale della funzione ma della semplice richiesta di rimozione di alcune specifiche associazioni, e che sta analizzando la questione per decidere come rispondere.
Claudio Tamburrino