Roma – Nel paese dove non bastano le tecnologie biometriche applicate alla circolazione sanguigna per impedire le truffe a mezzo sportelli bancari, gli istituti di credito corrono ai ripari testando l’installazione di un jammer .
L’idea delle banche è di interferire con le chiamate , impedendo qualsiasi comunicazione mobile attorno al bancomat, comunicazione che in certi casi ha consentito furti ai danni soprattutto degli utenti più anziani. Raggiri che spesso e volentieri sono fondati sulla buona fede della vittima, indotta via cellulare a prelevare denaro, e a ricevere istruzioni proprio quando si trova dinanzi allo sportello.
In ottobre le forze dell’ordine hanno promesso di usare il pugno duro con questo tipo di raggiri perché il sistema ha avuto sin troppo successo , ed è per questo che Chiba Bank ha installato un dispositivo di jamming su 4 ATM dell’area metropolitana.
Il dispositivo, montato sulla parte superiore dello sportello, blocca le onde elettromagnetiche delle comunicazioni cellulari entro un raggio di 1-2 metri , garantendo in teoria che ad essere interessato dal suo effetto sia solo chi si trova all’ATM.
Dopo questo primo test iniziale, China Bank pianifica di installare i jammer su tutti i suoi ATM, aprendo la strada a una diffusione estesa del sistema anche nell’ambito delle altre attività finanziarie del paese. Al momento, in Giappone i jammer vengono utilizzati soprattutto nelle strutture in cui si tengono concerti e nelle strutture mediche.
Alfonso Maruccia