Nikkei, il più importante giornale economico giapponese, ha rifatto i propri conti e deciso di far diventare a pagamento le proprie notizie online . Ma ha superato anche la strategia seguita da Murdoch e dal modello editoria contrario l’accesso gratuito, imponendo un sistema di controllo dei link a indirizzati alle sue pagine.
Intorno al pay per read stabilito anche da una serie di giornali anglofoni (tra cui il Times e il Wall Street Journal ) l’editore giapponese ha deciso di mettere una serie di recinzioni ulteriori ad alzare il muro intorno ai contenuti. In particolare Nikkei ha predisposto un sistema per cui anche per creare un semplice link alla sua homepage occorre effettuare una richiesta scritta e motivata. Il tutto, spiega Nikkei, per impedire che i contenuti vengano linkati a siti “inappropriati”, tra cui – si legge ancora – quelli che intendono “diffondere e manipolare le notizie con lo scopo di influenzare i mercati finanziari”.
“Si prega di inviare una mail a e-media@eur.nikkei.com con le informazioni relative al vostro sito – si legge in una nota esplicativa della nuova politica – I link alla nostra homepage sono generalmente accettati, tuttavia manteniamo il diritto di rigettare i link non approvati”.
Inoltre sulle pagine digitali del giornale sono state disabilitate le opzioni del tasto destro , tra le quali figura copia link .
Nella nota che descrive la nuova policy in materia di link il giornale spiega inoltre che “si riserva di chiedere danni per qualsiasi violazione di queste regole”.
Nu8merosi osservatori si sono mostrati indignati per la decisione del quotidiano finanziario: non tanto per il pedaggio per la lettura quanto proprio per il blocco dei link. Che sembra andare contro alla filosofia fondante di Internet. “Nikkei pensa che può andare online tagliandosi dalla Rete” scrive il giornalista Toshinao Sasaki. Comportamento che, peraltro, relegherebbe i media tradizionali giapponesi un passo indietro rispetto alla frontiera online. Anche perché sono anche le altre testate a mantenere posizioni difensive: il Daily Yomiuri Online e Asahi.com , per esempio, mettono online solo una versione sintetica dei propri pezzi e senza foto , puntando ancora fermamente sulle proprie edizioni cartacee. Modello questo che, per il momento, sembra tuttavia aver permesso ai giornali nipponici di contenere l’emorragia di lettori che ha colpito i colleghi in altre parti del mondo.
Claudio Tamburrino